Torre del Greco. Clementina Sasso, 41 anni, astrofisica di Torre del Greco, si candida con Potere al Popolo alle Regionali del 20 e 21 settembre.
Potremmo dire una scienziata al servizio della gente. Com’è nata questa nuova avventura politica?
E’ nata in maniera del tutto inaspettata, ma gratificante. A metà giugno, Potere al Popolo mi ha contattato per offrirmi una candidatura indipendente. In me hanno visto una professionista che si è distinta nel suo lavoro e capace di portare avanti istanze su temi ambientali, sociali e politici, affini ai loro ideali.
Nel 2015, sempre insieme al suo attuale partner elettorale Marco Manna, era stata candidata alle Regionali con il M5S. In precedenza, era il 2014, alle Comunali sempre con i «grillini». Poi il percorso si è interrotto, non senza strappi. Perché?
Perché il Movimento non rispecchiava più quei valori che in me sono ancora ben saldi.
Cosa l’ha delusa del Movimento 5 Stelle?
Il Movimento rappresentava un’opportunità di cambiamento dal basso. Infatti era retto dagli attivisti che, vivendo i territori, conoscevano bene i problemi locali e spesso anche le soluzioni. Sarebbe bastato accettare tutto in silenzio per avere delle opportunità politiche, ma non ci è mai interessato. Noi continuiamo, invece, a credere in una società dove ogni cittadino possa avere la possibilità di incidere con le proprie competenze mentre il Movimento ha deciso di puntare su personaggi in cerca di una collocazione.
A distanza di 5 anni, si ricandida – sotto un altro simbolo – e ritrova gli stessi aspiranti governatori: De Luca, Caldoro e Ciarambino del M5S. Come interpreta questo scenario immutabile?
Come l’emblema del fatto che la politica sia diventata un affare per pochi eletti, per sistemi di potere strutturati. Il continuo aumento dell’astensionismo, segno della disaffezione alla politica dei cittadini, orfani di rappresentanti, ne è la prova. Potere al Popolo rappresenta, invece, l’unico soggetto, a mia conoscenza, con alle spalle una comunità attiva, che fa politica in modo disinteressato e sul territorio, indipendentemente dalla campagna elettorale e 365 giorni l’anno.
De Luca a febbraio sembrava «spacciato», inviso perfino al Pd. Poi il Covid ha ribaltato tutto. Da scienziata, come giudica la gestione dell’emergenza da parte del governatore della Campania?
De Luca ha puntato tutto su una chiusura totale che, a mio parere, poteva essere meno rigida e più breve, soprattutto quando è divenuto chiaro il diverso andamento dei contagi e dei ricoveri in Campania, rispetto al Nord. I danni correlati alla chiusura totale (economici e alla qualità di vita, soprattutto a livello psicologico) sono stati tenuti in poco conto e potevano essere mitigati con misure meno restrittive unite a test, controlli e tracciamento in misura maggiore. Da divulgatrice, avrei puntato anche su una comunicazione atta a spiegare cosa stesse succedendo invece che a punire, colpevolizzare e terrorizzare. In generale, si è molto più determinati a osservare comportamenti di prevenzione per sé e per gli altri, anche a lungo termine, conoscendo il pericolo piuttosto che avendone paura.
Cosa porterà, insieme a Marco Manna, a Potere al Popolo?
In questi anni, abbiamo maturato molte esperienze su tante tematiche, da quelle civiche a quelle ambientali, fino a quelle sociali. Personalmente, spero di essere capace di portare la mia preparazione, frutto di tanto lavoro, ma anche la mia predisposizione a imparare cose nuove e interagire, in modo da lavorare insieme per migliorare il livello di vita dei cittadini sotto tutti i punti di vista.
Alle Regionali del 2015, in tandem, aveva sfondato il muro delle 2.700 preferenze con il M5S. Stavolta, cosa si aspetta?
sono elezioni anomale perché la pandemia e la campagna elettorale estiva, non ci permettono di organizzare gli incontri e gli eventi sui territori che da sempre ci contraddistinguono. Sappiamo che sarà dura ma non ci spaventa il giudizio degli elettori perché ci presentiamo senza nessun tipo di maschera e con un progetto tutto nuovo, dunque, qualsiasi cosa succederà per noi sarà solo l’inizio. E poi, non dimentichiamo che con il Movimento abbiamo cominciato con lo 0,% e, allora come oggi, dalla nostra parte c’è tanta determinazione.
La vostra campagna elettorale, prevalentemente via social, si basa su ironia e provocazione. Ai limiti del disincanto. Non può essere un boomerang?
No, perché con i fatti e le azioni, svolte sempre in prima persona, abbiamo dimostrato di essere persone serie, di avere delle competenze, di saper rifiutare il potere politico quando è fine a se stesso e di non tirarci mai indietro, anche nelle azioni di piazza. Contiamo sul supporto e il rispetto di tanti cittadini e amici che in questi anni ci hanno sempre affiancato e, in virtù di questa nostra serietà politica, possiamo permetterci di scherzare su tutto, soprattutto su noi stessi.
Un’ultima cosa, sulla sua città. Lei ha portato il nome di Torre del Greco a Cape Canaveral, ma negli ultimi due anni la patria del corallo ha avuto risalto nazionale solo per scandali giudiziari e crisi rifiuti. Il suo motto è «Post fata resurgo», ma ci sono le condizioni per una ripresa?
Al momento, con questa amministrazione, ne dubito. Le grandi alleanze, come quella attuale, corrono sempre il rischio di non trovare una linea comune di governo, anche perché tutti troppo presi dagli interessi personali e tanto più che questa linea comune non era chiara nemmeno prima delle elezioni. In questa amministrazione manca anche la competenza, quelle poche persone che c’erano sono state allontanate per giochi politici, a dimostrazione che non c’è volontà di migliorare. Io un futuro lo vedo ma, appunto, quando si inizierà a puntare su queste famose competenze e il solo fine del bene comune.
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