Rocco Traisci
Alzi la mano chi, nella propria vita, non ha pronunciato almeno una volta la fatidica frase “…lo scopriremo solo vivendo”. Quando una canzone entra nella testa delle gente rischia di diventare un tormentone, ma quando si infila stabilmente nel lessico comune allora è lecito parlare di storia, anzi, della storia di tutti noi. “Con il nastro rosa” è il brano che regala il titolo al nuovo libro di Donato Zoppo edito da GM Press per la collana “Songs”, terzo capitolo dello scrittore campano sulla spigolosa figura del compianto Lucio Battisti, dove la genesi dell’ultimo album con il paroliere Mogol – “Una giornata uggiosa” (1980) – fa da epilogo alla fine del loro sodalizio artistico. In occasione del settantasettesimo compleanno del cantante (nato il 5 marzo) e del 40nnale di “Una giornata uggiosa”, Zoppo ha dialogato con alcuni protagonisti del disco: il produttore Geoff Westley, il chitarrista Phil Palmer – l’artefice dello straordinario assolo che chiude il brano “Con il nastro rosa” – e il batterista Stuart Elliott; insieme a loro anche Ilvio Gallo (il fotografo autore della copertina) e Giorgio Fieschi della RSI, autore dell’ultima intervista a Battisti.Il volume – che si apre con la prefazione di Paolo Morando – tratteggia la nascita dell’album partendo proprio dall’intervista realizzata da un giovanissimo Giorgio Fieschi in una camera d’albergo di Zurigo il 18 maggio 1979. Il mese dopo infatti Battisti volerà a Londra con uno staff di grandi musicisti inglesi per la lavorazione del disco, molto atteso, che prenderà vita nel febbraio 1980. La storia affronta soprattutto le conseguenze della rottura con Mogol, a cui segue l’esperienza londinese, il rapporto con lo stesso Westley, i lati più oscuri di una personalità enigmatica e silenziosa che scelse di non apparire più in copertina. Battisti morì prematuramente nel settembre del ’98, ancora in attività e con alle spalle una carriera fitta di grandi successi, riconosciuti successivamente anche da una critica ingenerosa e prevenuta che per anni lo aveva confinato ai margini della canzone leggera.Autore schivo e poco avvezzo ai rituali del jet set musicale, alle comparsate televisive e alla strumentalizzazione degli orientamenti politici, Lucio Battisti resta ancora oggi uno dei padri costituenti della canzone italiana, fonte di ispirazione per gran parte dei cantautori indie contemporanei. Su tutti vale la pena citarne tre in particolare: Leo Pari, Giorgio Poi e Bugo, a nostro parere, i più originali epigoni di quel gusto melodico così eternamente moderno.