Cosa accade il prossimo 30 marzo? Lo stabilimento Fincantieri riaprirà le porte e centinaia di tute blu torneranno a lavoro? E’ questo l’incubo che sta agitando gli operai di Castellammare di Stabia in un momento in cui il numero dei contagiati aumenta anche in provincia di Napoli e si cominciano a contare decine di morti. Il 29 marzo scadono le ferie imposte dall’azienda di Trieste che lo scorso 13 marzo ha deciso di sospendere le attività, per garantire la sicurezza dei lavoratori, a seguito di un episodio di Coronavirus registrato nello stabilimento di Muggiano. Un capo prodotto di 54 anni, di La Spezia, che purtroppo è morto a causa del virus Covid-19.L’azienda finora non ha comunicato la data di rientro al lavoro. Stando al decreto firmato dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, nella serata di domenica, gli stabilimenti Fincantieri rientrano tra quelli strategici e l’eventuale decisione di chiudere la fabbrica, nei casi in cui non sia garantita la sicurezza dei lavoratori, spetta ai Prefetti. Un decreto che ha destato parecchio malumore tra le tute blu, che avrebbero preferito una decisione netta da parte del Governo, per scongiurare il rischio di una diffusione del contagio tra gli operai.
La lettera
Non essendoci una data fissata per la riapertura, i timori delle tute blu fanno riferimento a una lettera di risposta che lo scorso 19 marzo l’azienda di Trieste ha inviato alle segreterie nazionali di Fim Cisl e Fiom Cgil che hanno contestato la decisione della holding di attuare il sistema delle ferie collettive per sospendere le attività. In un passaggio della lettera il management di Fincantieri scrive che «l’attuale situazione, qualora dovesse protrarsi, potrebbe avere effetti devastanti sull’intero comparto crocieristico con ripercussioni estremamente negative sulla nostra Azienda». La traduzione di questo passaggio – secondo gli operai – è: i cancelli si riaprono il 30 marzo. Non a caso, già nei giorni scorsi, i sindacalisti di Fim Cisl, Fiom Cgil e Failms hanno indirizzato una lettera al Governatore della Regione Vincenzo De Luca, per chiedergli ulteriori restrizioni in Campania sulla scorta delle ordinanze che già da settimane anticipano anche quelle dello stesso Governo.Nella lettera indirizzata a De Luca i sindacati hanno spiegato che in molti casi: «I lavoratori, per tipologia di lavorazioni, sono costretti a lavorare spalla a spalla – e ancora – condividono spogliatoi, servizi igienici, mensa, ascensori. Troppe occasioni di possibile contagio, basta una leggerezza di una qualsiasi operazione e il rischio di focolaio diventa altissimo, aggravando ancor di più la situazione cittadina».
Il sindaco
Un allarme che per il momento sembra essere rimasto inascoltato. Così tocca al sindaco di Castellammare di Stabia, Gaetano Cimmino, sostenere la tesi degli operai Fincantieri che chiedono un rinvio della data di apertura dello stabilimento. « Già nelle scorse settimane avevo manifestato la mia preoccupazione in merito alle condizioni in cui gli operai del cantiere erano costretti a lavorare. E lo scorso 12 marzo, alla vigilia dell’annunciata chiusura fino a domenica prossima, avevo inviato una lettera all’amministratore delegato Bono per chiedere di valutare la sospensione temporanea delle attività e l’utilizzo di ammortizzatori sociali tra le iniziative a tutela della salute dei lavoratori – dice il primo cittadino – Rinnovo questo invito all’azienda, anche alla luce dell’allarme lanciato dalla Rsu in vista di una possibile imminente riapertura. In questa fase di grave emergenza sanitaria, ritengo che la tutela della sicurezza e della salute di ogni singolo lavoratore sia prioritaria rispetto a qualsiasi altra esigenza dettata dal mercato».