Una giornata intensa, toccante, profondamente umana. È quella vissuta al Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, dove i detenuti delle carceri campane, accompagnati da familiari, cappell...
Una giornata intensa, toccante, profondamente umana. È quella vissuta al Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, dove i detenuti delle carceri campane, accompagnati da familiari, cappellani e operatori del settore, si sono riuniti come pellegrini per partecipare alla Giornata della Misericordia. Un appuntamento che si rinnova nel segno del rispetto della dignità di ogni persona, anche di chi ha sbagliato, e che cerca una via di redenzione. A presiedere la celebrazione è stato Monsignor Pasquale Cascio, Vicepresidente della Conferenza Episcopale Campana, Delegato per la Pastorale Carceraria e Vescovo della diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi – Conza – Nusco – Bisaccia. Durante l’omelia, il presule ha ricordato le parole di Papa Francesco, pronunciate un anno fa nella Casa di Reclusione Donne di Venezia, sull’Isola della Giudecca: «Il carcere è una realtà dura, ma può diventare un luogo di rinascita morale e materiale». Parole forti e dirette, che hanno fatto da filo conduttore alla giornata. «La dignità di ogni uomo e donna non può essere messa in isolamento», ha ricordato Mons. Cascio rivolgendosi ai detenuti. L’intera celebrazione è stata animata da un clima di raccoglimento profondo, ma anche di speranza, con momenti di preghiera dedicati in particolare a Papa Francesco, definito dal Vescovo «amico degli ultimi». Ad accogliere i pellegrini speciali è stato Monsignor Pasquale Mocerino, Rettore della Basilica mariana, che ha ricordato come Pompei abbia una lunga tradizione di attenzione verso i carcerati. Non è solo un gesto spirituale: è memoria viva di una vocazione fondata dal Beato Bartolo Longo, che alla fine dell’Ottocento istituì le Opere di Carità per accogliere i figli dei detenuti, assieme a orfani e bambini abbandonati. Una testimonianza concreta di misericordia che ancora oggi continua a ispirare. A guidare il pellegrinaggio sono stati don Rosario Petrone, Responsabile Regionale dei Cappellani delle carceri campane, e Samuele Ciambriello, Garante Regionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Due figure centrali nel tessuto della pastorale carceraria e della tutela dei diritti umani, che hanno ribadito quanto sia fondamentale offrire occasioni di riscatto a chi vive la realtà del carcere. Tra i momenti più significativi della giornata, la consegna di un dono speciale al Santuario: un quadro raffigurante il Beato Bartolo Longo, realizzato dai ragazzi dell’Istituto Penitenziario Minorile di Airola, in provincia di Benevento. A offrirlo è stato don Giovanni Russo, Cappellano del carcere di Secondigliano e sacerdote del clero pompeiano, che ha anche coordinato l’organizzazione dell’evento. L’opera è nata durante il percorso educativo svolto dai minori nel Centro Educativo Bartolo Longo del Santuario, dove hanno frequentato un laboratorio di ceramica. Un gesto semplice, ma ricco di significato: un ponte tra il dolore e la speranza, tra il limite e la possibilità di ricominciare.