Ha colpito la moglie con un martello e poi è precipitato nel vuoto dal quinto piano del proprio appartamento. È morto così, giovedì sera a Torre Annunziata, un uomo di 91 anni, protagonista di un ...
Ha colpito la moglie con un martello e poi è precipitato nel vuoto dal quinto piano del proprio appartamento. È morto così, giovedì sera a Torre Annunziata, un uomo di 91 anni, protagonista di un drammatico episodio avvenuto nel complesso residenziale Parco Dalmine, intorno alle 20. La moglie, 78 anni, è sopravvissuta: ferita ma cosciente, è stata trasportata all’ospedale di Castellammare di Stabia, dove è ricoverata in osservazione. Non sarebbe in pericolo di vita. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Torre Annunziata. In base a quanto inizialmente ricostruito, l’uomo avrebbe aggredito la moglie all’interno dell’abitazione, impugnando un martello. Subito dopo, in stato di forte agitazione, sarebbe uscito sul pianerottolo, bussando con forza alle porte dei vicini. Poi, rientrato in casa, si sarebbe diretto verso il balcone da cui è caduto. Secondo le prime ricostruzioni, si sarebbe tolto la vita pensando di aver ucciso la consorte. Una tragedia che ha colpito profondamente i residenti del quartiere. La coppia di recente aveva festeggiato 50 anni di matrimonio. Le forze dell’ordine stanno cercando di ricostruire la dinamica completa dell’accaduto. Al momento si ipotizza un gesto improvviso, forse dovuto a uno stato confusionale, probabilmente aggravato dall’età avanzata. La scena che si è presentata agli occhi dei soccorritori è stata durissima: un corpo a terra giù dal balcone, la donna ferita e sotto choc. I sanitari del 118 hanno tentato invano di rianimare l’uomo. Sul posto anche il luogotenente Giovanni Russo, a capo del nucleo operativo della compagnia dei carabinieri. In un parco silenzioso, la notizia si è diffusa in pochi minuti, lasciando un senso di smarrimento e incredulità. Il dolore è palpabile tra le scale e i pianerottoli, dove chi conosceva la coppia si interroga, senza trovare spiegazioni. Qualcuno ricorda con affetto la gentilezza dei due anziani, la compostezza quotidiana di chi aveva attraversato la vita insieme. Ora che la vita della donna è salva, resta lo sconcerto per una tragedia consumata tra le mura domestiche, in un contesto dove tutto sembrava procedere con la regolarità dell’abitudine. Un equilibrio improvvisamente spezzato, forse da un momento di smarrimento, forse da qualcosa di più profondo e invisibile. Una vicenda che riapre interrogativi spesso sottovalutati sulle fragilità della terza età e sul silenzio che spesso le accompagna. Sarà ora la magistratura a ricostruire i fatti, a partire dai rilievi eseguiti all’interno dell’abitazione, mentre in tanti – sconvolti – si stringono attorno alla donna per cercare di offrirle non solo assistenza sanitaria, ma anche conforto umano. Un gesto estremo, una dinamica ancora tutta da chiarire, una ferita che resterà a lungo nel cuore della città. Intanto, il Parco Dalmine resta immerso in un silenzio irreale, interrotto solo dal passaggio degli inquirenti e dai sussurri dei vicini. Un episodio che lascia sgomenti e che apre una riflessione sul disagio silenzioso che può nascondersi anche dietro le vite più tranquille.