Torre del Greco. Sprint finale per gli attesi lavori di messa in sicurezza di corso Umberto I: a venti mesi dal drammatico crollo di un fabbricato all’angolo con vico Pizza, l’amministrazione comu...
Torre del Greco. Sprint finale per gli attesi lavori di messa in sicurezza di corso Umberto I: a venti mesi dal drammatico crollo di un fabbricato all’angolo con vico Pizza, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi Mennella ha trasmesso al giudice per le udienze preliminari Luisa Crasta del tribunale di Torre Annunziata il progetto – riveduto e corretto dall’architetto Lorenzo Scaraggi sulla scorta delle indicazioni del pubblico ministero Andreana Ambrosino a capo dell’inchiesta sulla sciagura del 16 luglio 2023 – finalizzato all’eliminazione di tutti i pericoli per la pubblica incolumità e alla riapertura della strada al traffico: uno step decisivo per avviare – in caso di via libera del magistrato – le procedure relative all’appalto degli interventi e alla successiva apertura del cantiere.
CINQUANTA GIORNI PER IL NUOVO PIANO
L’avvio degli interventi di messa in sicurezza sembrava cosa fatta già agli inizi di marzo. Non a caso, in occasione dell’infuocata seduta del consiglio comunale monotematico sul«rebus» di corso Umberto I convocata su richiesta dell’opposizione di palazzo Baronale, il sindaco Luigi Mennella la riapertura della strada entro due mesi dall’aggiudicazione dei lavori. L’obiettivo del Comune era di provare a completare il restyling entro luglio – prima del secondo triste anniversario del crollo – ma già a fine marzo era arrivata l’ennesima doccia gelata dal palazzo di giustizia di via Nazionale, con la richiesta del deposito di un progetto esecutivo in grado di chiarire le modalità di esecuzione dei lavori senza interferire con eventuali necessità processuali. Ovvero, un progetto di grado di garantire la riapertura della strada al traffico senza «toccare» i resti del fabbricato crollato nell’estate del 2023. Una vera e propria «impresa» in cui si è cimentato per tutto il mese di aprile il tecnico incaricato dall’amministrazione comunale di risolvere il «rebus» di corso Umberto I.
IL PROGETTO ESECUTIVO
La fumata bianca è arrivata proprio alla vigilia della Festa della Liberazione, quando l’architetto Lorenzo Scaraggi ha trovato la «quadratura» del cerchio tra le necessità della collettività – la riapertura al traffico di una strada «cruciale» per i collegamenti tra il centro storico e la periferia cittadina – e le esigenze della magistratura. Il progetto esecutivo – immediatamente trasmesso al gup Luisa Crasta dall’avvocato Silvio Ciniglio, difensore degli interessi del Comune nel procedimento penale a carico dei 23 indagati per il crollo – prevede, in primis, la realizzazione di una struttura metallica di protezione nella parte finale del fabbricato crollato il 16 luglio del 2023 in modo da scongiurare pericoli in caso di caduta di detriti o calcinacci. La «parte centrale» dell’intervento prevede la realizzazione di un manufatto in elevazione – costituito da quattro strutture reticolari trasversali – senza «contatti» con l’immobile al centro dell’inchiesta, in modo da salvaguardare eventuali esigenze probatorie relative a eventuali accertamenti sulle cause del crollo in sede processuale.
IL CALVARIO INFINITO PER I RESIDENTI
All’interno della nota inviata al tribunale di Torre Annunziata, viene ricordato come il Comune – a seguito del crollo – ha dovuto «sostenere costi ingentissimi per fronteggiare l’emergenza abitativa e sociale che ha interessato 232 cittadini, residenti negli edifici di corso Umberto I e vico Pizza» e come «l’esecuzione dei lavori consentirà di ripristinare la circolazione su corso Umberto I, da quasi due anni completamente interdetto al traffico con gravi ripercussioni per la viabilità cittadina, per gli abitanti della zona e per le attività commerciali». Questioni, non a caso, finite in diverse occasioni negli ultimi venti mesi al centro di proteste e polemiche politiche a palazzo Baronale e non solo.
LE PROSSIME TAPPE PER LA RIAPERTURA
Nelle prossime settimane, dovrebbe arrivare il via libera definitivo al dissequestro dell’area – un primo parere favorevole era stato già firmato lo scorso 29 gennaio, ma subordinato proprio alle «prescrizioni» richieste dal pubblico ministero – e poi il Comune potrà avviare le procedure per l’appalto dei lavori di messa in sicurezza, il cui importo dovrebbe essere stimato tra i 70.000 euro e i 100.000 euro. Considerati i tempi tecnici per l’affidamento degli interventi e l’apertura del cantiere, calendario alla mano – salvo ulteriori battute d’arresto – l’auspicio dell’amministrazione comunale targata Luigi Mennella è di (provare a) riaprire la strada entro la fine dell’estate.
@riproduzione riservata