Pimonte. Pizzo chiesto all’imprenditore che gestiva i lavori di riqualificazione del campo comunale di Pimonte, scarcerato il presunto esattore. Il colpo di scena è arrivato già prima dell’inizi...
Pimonte. Pizzo chiesto all’imprenditore che gestiva i lavori di riqualificazione del campo comunale di Pimonte, scarcerato il presunto esattore. Il colpo di scena è arrivato già prima dell’inizio del processo- venerdì si è tenuta la prima udienza- che vede alla sbarra un 32enne incensurato. All’uomo, tratto in arresto lo scorso autunno, su istanza della difesa, rappresentata dal penalista stabiese Francesco Romano, sono stati concessi gli arresti domiciliari ad Avellino. Il 32enne è un «insospettabile», in quanto incensurato, sebbene legato da vincoli di parentela con esponenti della criminalità organizzata della zona. In particolare, l’indagato avrebbe minacciato il titolare di una ditta, quella che stava eseguendo i lavori di adeguamento del campo sportivo nella frazione di Tralìa, intimandogli di pagare una tangente per poter proseguire l’attività «tranquillamente». Secondo le accuse, il 32enne avrebbe evocato la forza di intimidazione dei clan camorristici egemoni nella zona, le cui attività criminali, tradizionalmente, oltre alla produzione e al traffico di sostanze stupefacenti, sono legate proprio all’imposizione del pizzo. Sia a commercianti e imprenditori, sia ad aziende appaltatrici di commesse pubbliche. E sarebbe proprio questo il caso su cui la Dda di Napoli ha acceso i riflettori, chiedendo e ottenendo dal gip del Tribunale di Torre Annunziata l’applicazione della misura cautelare nei confronti del 32enne, accusato di essere stato il responsabile della «consegna dell’imbasciata» estorsiva. Il cantiere in questione, come detto, è quello riaperto alcuni mesi fa nella frazione di Tralìa per completare i lavori di restyling del campo sportivo San Michele. Un appalto la cui storia è a dir poco travagliata, anche sul piano amministrativo. Nel corso delle precedenti consiliature, infatti, l’amministrazione Palummo aveva lanciato il progetto che, però, a un certo punto si era interrotto per un contenzioso con l’azienda inizialmente aggiudicataria dell’appalto. A causa della lite giudiziaria gli interventi si erano bloccati per diversi anni. Una matassa che la nuova amministrazione Somma, sin dal proprio insediamento, si è occupata di sbrogliare arrivando ad inaugurare la nuova struttura martedì mattina. Nel frattempo, al tribunale di Torre Annunziata, venerdì è iniziato il processo che vede alla sbarra il 32enne. La difesa punterà non tanto sullo smontare l’episodio estorsivo ma sull’effettivo riconoscimento da parte della vittima dell’indagato. Tra gli elementi che supportano la tesi difensiva c’è un check in effettuato dal 32enne all’aeroporto di Napoli appena un’ora dopo la richiesta estrosiva. L’indagato infatti il giorno in cui si è consumato il reato era in partenza per il nord Italia per motivi lavorativi. Secondo la difesa il 32enne non avrebbe avuto il tempo materiale di chiedere il pizzo alla vittima. Oltre a questo la difesa porterà in aula 30 testimoni per dimostrare l’innocenza del proprio assistito. Diversa è la tesi dell’accusa- passata anche al Riesame- che è forte soprattutto del racconto fatto in sede di denuncia da parte della vittima. L’uomo testimonierà in aula alla prossima udienza che sarà decisiva, a questo punto, per il prosieguo del processo a cui si è costituito parte civile il comune di Pimonte, assistito dal legale Salvatore Esposito di Meta.