Scafati. A distanza di tre settimane si respira ancora veleno: il Comitato di Quartiere Cappella e Oltre presenta un nuovo esposto dopo l’incendio della mattina del 5 aprile scorso in via Galileo ...
Scafati. A distanza di tre settimane si respira ancora veleno: il Comitato di Quartiere Cappella e Oltre presenta un nuovo esposto dopo l’incendio della mattina del 5 aprile scorso in via Galileo Ferraris, presso il sito di stoccaggio Seneca (ex Helios).
Sono determinati i residenti del quartiere scafatese ad andare avanti perchè “non possiamo più aspettare e non possiamo respirare aria velenosa”. Supportati dall’avvocato Raffaella Cavallaro, i residenti hanno deciso di presentare un’ulteriore denuncia all’autorità preposta ripercorrendo anni di denunce, manifestazioni, interrogazioni consiliari e il lavoro di sensibilizzazione svolto insieme alle tante associazioni ambientaliste del territorio.
Il sito ex Helios , oggi Seneca, continua a essere una grave minaccia per la salute – spiegano – l’ambiente e la qualità della vita. Il cambio di gestione non ha prodotto alcun miglioramento. “Le promesse di delocalizzazione sono rimaste parole, mentre noi cittadini continuiamo a essere esposti a rischi gravissimi.
L’ultimo rogo, durato per un’intera settimana, ha avvelenato l’aria con fumi tossici ed è stato caratterizzato da continue riprese e riaccensioni, lasciando il territorio in balìa di un disastro ambientale le cui conseguenze si faranno sentire a lungo”.
Per loro “Il profitto non può venire prima del diritto alla salute”. Nonostante la stanchezza e la delusione, non si arrendono. “Continueremo a vigilare sul territorio e a portare avanti azioni concrete per chiedere giustizia e rispetto delle regole. Questo esposto è un appello urgente alle istituzioni, ma anche ai cittadini: non possiamo più tollerare miasmi, degrado e silenzi”.
Poi una precisazione nei confronti di chi in questi giorni avrebbe lamentato di essere contro chi vuole fare impresa. “Non siamo contro il lavoro né contro gli imprenditori, ma chiediamo che ogni attività si svolga nel rispetto della legge, della salute e della dignità di chi vive qui. Perché il benessere di una comunità si misura dalla salubrità dei luoghi in cui vive. Il nostro impegno continua, per lasciare un territorio più vivibile a chi verrà dopo di noi”.
Non c’è rassegnazione ma determinazione, quindi, da parte dei cittadini che nonostante la stanchezza alzano ancora la voce. Sul fronte politico invece l’argomento è sempre di attualità: interrogazione della minoranza consigliare in Regione. “Quello che è accaduto è l’ennesima ferita al nostro territorio. Non possiamo più permettere che i cittadini vengano esposti a simili rischi senza un’adeguata informazione e senza la certezza di interventi rapidi ed efficaci. Chiediamo che venga istituito un tavolo tecnico permanente con le istituzioni locali, le autorità sanitarie e ambientali, per garantire monitoraggi continui e una comunicazione costante verso la popolazione. La tutela della salute pubblica deve essere una priorità”.
Sul fronte scafatese invece, l’opposizione incalza affinchè sarebbe opportuno, nonostante i vincoli di responsabilità, che il Consiglio Comunale come atto di indirizzo deliberasse il no incondizionato alla presenza di quel tipo di attività in area a ridosso di abitazioni e attività agroalimentari.
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