Un paesaggio contraddistinto da incuria e abbandono racconta il volto dimenticato di Torre Annunziata, dove la periferia sud affonda ogni giorno di più nel degrado ambientale e sociale. Le promesse s...
Un paesaggio contraddistinto da incuria e abbandono racconta il volto dimenticato di Torre Annunziata, dove la periferia sud affonda ogni giorno di più nel degrado ambientale e sociale. Le promesse si accumulano come i rifiuti, ma a cambiare, per ora, è solo il livello di esasperazione dei cittadini. Marciapiedi impraticabili, invasi da erbacce alte mezzo metro, quartieri popolari trasformati in discariche a cielo aperto, rifiuti che marciscono sotto il sole o che resistono alla pioggia come rovine moderne. È questa la condizione in cui versa da mesi il cuore sud di Torre Annunziata. Dalle strade del Penniniello al rione Poverelli, il panorama è sempre lo stesso: cumuli di spazzatura, sacchi neri strappati, mobili dismessi, resti di materiali edili, lamiere, persino pezzi d’asfalto. Non c’è angolo che si salvi, non c’è giorno in cui non spunti un nuovo sversamento abusivo. Nel quartiere Penniniello, i resti del falò di Sant’Antonio — celebrato lo scorso gennaio — non sono mai stati rimossi. Tronchi carbonizzati, cenere e rifiuti circostanti giacciono indisturbati, diventando parte integrante di un paesaggio urbano che ormai ha smesso di reagire. Tre mesi sono passati, ma nessuno ha bonificato l’area, nessuno si è preso la responsabilità di restituire dignità a un quartiere già segnato da profonde fragilità sociali, anzi quei resti sono divenuti un punto di riferimento per l’abbandono di nuova immondizia. Non va meglio al rione Poverelli. Qui, a pochi metri dalle scuole frequentate ogni giorno da decine di bambini, lo scenario è inquietante: negli ultimi giorni è stato segnalato l’abbandono di un intero manto d’asfalto, presumibilmente proveniente dalla rimozione di una vecchia copertura edilizia. Un rifiuto pericoloso, potenzialmente tossico, lasciato in un luogo frequentato quotidianamente da famiglie e studenti. Ma non è un episodio isolato: in città si registra un susseguirsi continuo di sversamenti abusivi, una catena senza fine di degrado che nessuno sembra in grado di spezzare, al quale neanche i tentativi di dissuasione con attraverso le telecamere cittadine e le fototrappole si riesce a mettere un freno. Chi abita in queste zone denuncia da tempo, chiede interventi, segnala, documenta. Ma spesso le risposte tardano, sono parziali o del tutto assenti. Per questo, sono nati diversi comitati di quartiere provando a rafforzare la comunicazione con l’amministrazione e ottenere risposte concrete. Quando gli operatori intervengono, bonificando alcune aree, però nel giro di pochi giorni la situazione torna esattamente quella di prima. Sembra quasi una guerra impari: da un lato cittadini stanchi, esausti, e operatori del servizio ambientale sottodimensionati; dall’altro, inciviltà, disinteresse e un sistema di controllo inesistente. La vera domanda è: dove sono le istituzioni? Cosa si sta facendo per interrompere questo ciclo di degrado? E soprattutto, chi si prende la responsabilità politica e amministrativa di un simile fallimento? Perché quello che accade in questi quartieri non è solo un problema ambientale, ma un segnale allarmante di marginalizzazione e abbandono. La periferia di Torre Annunziata chiede rispetto, chiede decoro, chiede presenza. Perché vivere tra i rifiuti non può essere la normalità. E perché ogni volta che un quartiere viene lasciato a sé stesso, si spegne un pezzo di città.