Un Consiglio comunale per chiedere il ritorno del Doriforo di Stabiae, la statua trafugata mezzo secolo fa da una villa romana di Varano, a Castellammare, e custodita illegittimamente negli Stati Unit...
Un Consiglio comunale per chiedere il ritorno del Doriforo di Stabiae, la statua trafugata mezzo secolo fa da una villa romana di Varano, a Castellammare, e custodita illegittimamente negli Stati Uniti, precisamente al museo di Minneapolis. Nell’ordine del giorno della prossima assise cittadina – in programma per oggi ma rinviata, per via della strage della funivia, ai primi di maggio – è stato inserito l’argomento «Doriforo di Stabiae». Una mozione approvata all’unanimità da maggioranza e opposizione che, sull’argomento della restituzione della statua di epoca romana, è compatta, così come la politica a livello nazionale. L’occasione sarà utile al Consiglio comunale per fare un punto sulla situazione attuale che riguarda le trattative, ormai rotte, tra USA e Italia per la restituzione «pacifica» della statua, e su quella che è l’inchiesta aperta dalla Procura di Torre Annunziata, guidata da Nunzio Fragliasso, che già nei mesi scorsi, tramite una rogatoria internazionale, aveva chiesto la restituzione della statua. Al termine della discussione, con molta probabilità, verrà votata una mozione per chiedere la restituzione della statua. Si tratta di un atto di impegno affinché il Comune si adoperi anche in futuro per fare tutto il possibile per riottenere il proprio tesoro. L’iniziativa del Comune di Castellammare è stata promossa in seguito all’evento di presentazione del catalogo del museo Libero D’Orsi, che si è tenuto al Supercinema due settimane fa. In quell’occasione sia il direttore del Parco Archeologico di Pompei – che ha la competenza anche sui tesori dell’antica Stabiae – Gabriel Zuchtriegel, sia il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso, hanno ribadito il massimo impegno per riportare la statua in Italia. Non è un caso, infatti, che al museo Libero D’Orsi, dove sono custoditi tutti i tesori rinvenuti nell’area stabiese di epoca romana, ci sia uno spazio centrale lasciato vuoto di proposito. Lì, ed è la speranza anche della direttrice del museo, Maria Rispoli, un giorno potrebbe essere riposta la statua attualmente conservata a Minneapolis. Scolpito in marmo pentelico tra il 120 e il 50 a.C., e dall’altezza di oltre due metri, il Doriforo di Stabiae è una copia romana di un originale in bronzo risalente al 440 a.C. La statua venne ritrovata al largo delle coste italiane negli anni ’30 e fu conservata da collezionisti privati. La prima esposizione in pubblico si ebbe nel 1978, quando venne prestata a un museo a Monaco, ma la scultura rimase in mani private fino al 1986, quando venne acquistata dal Minneapolis Institute of Arts, secondo il resoconto del museo. L’opera sarebbe costata 2,5 milioni di dollari all’istituto. Diversa è la ricostruzione dei fatti fornita dal Ministero della Cultura italiano, secondo il quale – forte di numerose prove fotografiche e documentali – il Doriforo non sarebbe stato ritrovato in acque internazionali, ma trafugato illecitamente negli anni ’70 a Castellammare di Stabia. La controversia legale è iniziata nel mese di gennaio del 2022, quando il Tribunale di Torre Annunziata ha decretato la confisca della scultura, contestando il reato di ricettazione e trasferimento illecito all’estero. Al decreto è seguita anche una rogatoria internazionale, con la richiesta da parte della Procura alle autorità americane di notificare la confisca definitiva della scultura alla direttrice del museo di Minneapolis. I direttori dello statuto statunitense hanno sempre risposto con il silenzio. Il governo italiano, per via di questa situazione, ha interrotto ogni tipo di prestito con i musei americani. Ora anche il Comune di Castellammare prenderà una posizione netta.