Torre del Greco. La guardia di finanza bussa nuovamente alle porte del Comune: a un mese esatto dal precedente blitz agli ex Molini Meridionali Marzoli, infatti, le fiamme gialle sono tornate all’uf...
Torre del Greco. La guardia di finanza bussa nuovamente alle porte del Comune: a un mese esatto dal precedente blitz agli ex Molini Meridionali Marzoli, infatti, le fiamme gialle sono tornate all’ufficio Suap per acquisire una serie di atti relativi alla gara d’appalto da 410.000 euro promossa dall’ente di palazzo Baronale per le luminarie delle ultime festività natalizie. Una procedura immediatamente finita al centro di accese polemiche politiche – sia per la spesa-record decisa dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi Mennella sia per l’effettiva qualità delle installazioni luminose – e poi sotto i riflettori della procura di Torre Annunziata.
I nuovi controlli
Già a metà marzo gli uomini in divisa del comando di via Bassano erano piombati negli ex Molini Meridionali Marzoli, puntando la palazzina in cui ci sono gli uffici dello sportello unico delle attività produttive e del settore cultura. Al centro delle attenzioni dei baschi verdi, in particolare, era finita la documentazione relativa al bando-record per «accendere a festa» tutte le strade di Torre del Greco tra dicembre e gennaio. Ma, evidentemente, gli investigatori hanno ritenuto necessario un supplemento di indagini per verificare – dietro input del pubblico ministero a capo dell’inchiesta – il rispetto (o meno) di una serie di condizioni e requisiti richiesti dall’amministrazione comunale nonché la «corrispondenza» tra il progetto tecnico presentato in sede di gara e l’effettiva realizzazione sul territorio. Insomma, una serie di «dettagli» capaci di convincere le fiamme gialle a tornare all’ufficio Suap per completare l’acquisizione degli atti necessari a fare piena luce sulle «criticità» denunciate in tempo reale dalla minoranza di palazzo Baronale.
Le due aggiudicazioni
D’altronde, la questione-luminarie aveva assunto contorni «nebulosi» già a metà novembre. Quando il consigliere comunale Domenico Maida – fedelissimo del sindaco – venne platealmente aggredito all’ingresso del complesso La Salle da una donna legata a una ditta in gara. Dopo il raid contro l’esponente di spicco della maggioranza, c’era stato un inatteso dietrofront con una seconda proposta di aggiudicazione a una ditta inizialmente uscita sconfitta dalla gara d’appalto. Il colpo di scena – accompagnato dai dubbi scatenati dalla vile aggressione a un consigliere comunale, peraltro mai ufficialmente denunciata alle forze dell’ordine – convinsero gli esponenti dell’opposizione a denunciare una serie di (presunte) anomalie. Su cui ora guardia di finanza e procura di Torre Annunziata vogliono fare piena luce.
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