Castellammare. Dieci secondi, tanto dura il video dell’impianto di videosorveglianza della Funivia sequestrato dalla polizia. Si vede la cabina che ondeggia e poi riparte all’indietro veloce, fine...
Castellammare. Dieci secondi, tanto dura il video dell’impianto di videosorveglianza della Funivia sequestrato dalla polizia. Si vede la cabina che ondeggia e poi riparte all’indietro veloce, finendo per essere inghiottita dalla nebbia che avvolge la montagna. Mancavano poco meno di venti secondi all’arrivo alla stazione dei monte Faito. Ma il vetturista Carmine Parlato e i turisti Janan e Thaeb Suleiman, Elaine Margaret e Graeme Winn – marito e moglie – non ci arriveranno mai. La cabina riparte all’indietro veloce e viene ritrovata distrutta quasi alla metà del percorso tra Castellammare e la vetta della montagna, probabilmente dopo aver rotolato per centinaia di metri, travolgendo gli alberi. L’ipotesi meno probabile, al momento, è che si sia schiantata contro il pilone. Il sospetto è che si sia completamente staccata dai cavi, prima di cadere e sbalzare fuori dalla vettura le cinque persone che erano a bordo. Forse durante il rotolamento. Sono queste le prime indicazioni che arrivano dai rilievi che le forze dell’ordine, coordinate dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, stanno facendo senza sosta dalle 17 di giovedì scorso, per stabilire le cause del drammatico incidente che è costato la vita a quattro persone (il quinto, Thaeb Suleiman di 23 anni, è ricoverato in gravi condizioni). Freni, manutenzione e vento: sono i primi elementi che la Procura è chiamata ad analizzare. Già giovedì sera il procuratore Nunzio Fragliasso, accompagnato dall’aggiunto Giovanni Cilenti e dal sostituto Giuliano Schioppi, si è recato sul luogo della tragedia per una prima ispezione, proseguita ieri. Gli inquirenti hanno sottoposto a sequestro le due stazioni: quella a monte alla quale la cabina precipitata era quasi arrivata e quella a valle. Sequestrati anche i piloni, le due cabine e il cavo. Solo le perizie potranno, dai punti di impatto della cabina, accertare le modalità della caduta. A breve dovrebbero essere disposti gli esami autoptici nell’ambito del fascicolo, al momento contro ignoti, in cui si ipotizzano il disastro colposo e l’omicidio plurimo colposo. Gli investigatori hanno già interrogato il personale dell’Eav in servizio e sequestrato tutta la documentazione utile negli uffici della holding regionale dei trasporti. Lo scorso marzo l’impianto è stato oggetto di una verifica da parte degli ispettori di Ansfisa, l’agenzia per la sicurezza dei trasporti, «come previsto dalla normativa – ha detto – sulle ispezioni periodiche. E l’8 aprile l’Eav (che gestisce l’impianto) aveva inviato alla stessa agenzia la documentazione tecnica comprensiva dell’esito delle manutenzioni ordinarie e straordinarie, nonché delle prove eseguite sui cavi, accompagnata da una relazione di idoneità dell’impianto». I periti della procura dovranno appurare perché si sia rotto il cavo di trazione, e soprattutto perché non abbia funzionato il freno di emergenza che, proprio in casi del genere, dovrebbe mantenere in sicurezza l’impianto: lo stesso freno che invece ha funzionato a valle, permettendo di evacuare i passeggeri dalla cabina rimasta sospesa a pochi metri dalla stazione di partenza. Rispetto alle condizioni metereologiche sulla vetta della montagna, al momento dell’incidente, i primi soccorritori arrivati sul posto hanno raccontato di aver operato tra nebbia, pioggia e forti raffiche di vento, ma è un elemento sul quale saranno necessari specifici accertamenti da parte dei consulenti della Procura, per comprendere se possono aver inciso sulla tragedia. Sono due le domande che i magistrati si pongono adesso. La prima: c’erano le condizioni per tenere aperta la funivia? La seconda: c’è stata qualche falla nelle procedure di manutenzione? Su entrambe le domande saranno preziose le risposte che fornirà il responsabile dell’esercizio, un ingegnere dell’area tecnica dell’Eav al quale, almeno come atto dovuto in questa fase delle indagini, sarà destinato un avviso di garanzia.