«Non vedo più la cabina, non vedo più la cabina, è caduta». Massimo urla dalla postazione di controllo della Funivia di piazza Unità d’Italia a Castellammare di Stabia. Della cabina partita poco prima dalla stazione del Faito non c’è traccia. «Chiamiamo Carmine», è la voce che si alza in attimi di terrore che si materializzano sui volti dei dipendenti dell’Eav. “Carmine” per tutti in quella stanza è Carmine Parlato, il vetturista che è addetto al controllo interno della cabina che trasporta anche quattro turisti. Il sistema di comunicazione della cabina non dà alcun segnale, il cellulare personale del cinquantanovenne dipendente dell’Eav nemmeno. Passa quasi un’ora prima della conferma che purtroppo la cabina è caduta. La notizia viene girata dai volontari del soccorso alpino che sono riusciti a raggiungerla. Lì ci sono quattro turisti, tre purtroppo deceduti. Di Carmine Parlato, invece, non c’è traccia, risulta disperso. Un filo su cui si regge la speranza di trovarlo ancora in vita. Dell’incidente alla funivia del Faito viene avvisata la moglie del vetturista, la signora Elvira, che arriva in piazza Unità d’Italia pochi minuti dopo. Indossa un jeans, una maglia rossa e una giacca a vento viola, si sistema in un angolo, da sola, senza intralciare il lavoro dei soccorritori e degli investigatori, in attesa di informazioni. Con gli occhi nascosti sotto lenti scure osserva tutto ciò che accade attorno a lei. Passa ancora un’ora prima che arrivi la notizia che purtroppo suo marito non ce l’ha fatta. Una tragedia che colpisce al cuore Elvira e suo figlio Mario, di appena 23 anni, costretto a dire addio per sempre al suo papà. Carmine Parlato, 59 anni, era una persona speciale, stimato da tutti i suoi colleghi. Per anni aveva lavorato come autista sui pullman dell’Eav in penisola sorrentina, partendo dal deposito di Sorrento. Nel 2018 però aveva fatto una scelta di vita. Dopo oltre vent’anni di servizio per l’Eav aveva deciso di trasferirsi da Vico Equense a Castellammare di Stabia. Aveva lasciato la sua abitazione nel centro della città vicana e grazie ad alcuni amici era riuscito a trovare casa in via Alcide De Gasperi, poco distante dalla caserma dei carabinieri e dal commissariato di polizia. Quella decisione di trasferirsi a Castellammare di Stabia era stata accompagnata anche da un’altra scelta, perché dopo anni alla guida dei pullman aveva deciso di partecipare a un concorso interno indetto dall’Eav, per diventare vetturista della Funivia del Faito. Su quella cabina che fa su e giù dal centro di Castellammare alla vetta della montagna ha viaggiato un’infinità di volte nel corso degli ultimi sette anni, accompagnando persone del posto e turisti alla scoperta di quel servizio che consente in pochi minuti di passare dal livello del mare a oltre mille metri d’altezza. Ieri il suo ultimo viaggio. Era uscito di casa come sempre salutando la moglie e con la promessa di rivedersi all’uscita dal lavoro. Una promessa che purtroppo stavolta non ha potuto mantenere, a causa di un destino assurdo, che l’ha visto perdere la vita su quella montagna sospesa a metà tra Vico Equense e Castellammare di Stabia, le due città che aveva amato da sempre.
CRONACA
18 aprile 2025
La tragedia del Faito: Carmine Parlato, il vetturista morto insieme ai turisti
Autista di bus, nel 2018 decise di partecipare al bando per entrare in funivia