Maggioranza avvelenata e tensioni: è guerra fredda tra Davide Alfieri e il Partito democratico. Un conflitto interno che si fa ogni giorno più aspro minando l’equilibrio politico della coalizione....
Maggioranza avvelenata e tensioni: è guerra fredda tra Davide Alfieri e il Partito democratico. Un conflitto interno che si fa ogni giorno più aspro minando l’equilibrio politico della coalizione. I toni si alzano, le accuse si fanno più dirette e le crepe si trasformano in strappi istituzionali. Al centro dello scontro le dinamiche interne alla maggioranza e il ruolo del Pd, che secondo Alfieri, presidente del consiglio comunale e leader di Torre Libera, vuole imporre la propria linea politica. «Sono pentito di aver fatto una coalizione con il Partito democratico – tuona Alfieri – Dovevo farla con il centrosinistra ma senza il Pd. Invece sono stato corretto e ho detto che doveva esserci, come sempre, ma quando il sindaco non è espressione di ‘determinate persone’, si comportano sempre così». A far riesplodere il conflitto gli incontri bilaterali organizzati dai dem con gli altri partiti della coalizione, ai quali Alfieri ha scelto di non partecipare. «Mi sembrano finalizzati solo ai loro interessi. Il confronto deve avvenire attraverso gli interpartitici, coinvolgendo tutti i partiti, coordinati dalle due forze più rappresentate: Torre Libera e Pd – spiega Alfieri – Entrambi contiamo quattro consiglieri, ma loro sono divisi. Con duecento voti in più non possono definirsi il primo partito e non possono dettare la linea politica. Deve essere coordinata tra tutte le forze della coalizione». Per Alfieri la questione è puramente politica e va affrontata nei modi corretti: «La prossima settimana chiamerò il Pd per convocare insieme un interpartitico. Da quando faccio politica, quando il sindaco era espressione del Pd e io ero nella loro coalizione, i dem non hanno mai convocato interpartitici». Ma dietro la strategia degli incontri separati si nasconderebbe l’intenzione del Pd di rafforzare il proprio peso nella coalizione, per arrivare al tavolo delle trattative in una posizione di forza e chiedere un rimpasto di giunta. Un’ipotesi che Alfieri non respinge: «Se il Pd vuole chiedere di cambiare i suoi assessori, noi non ci opporremo, anche se non mi hanno votato alla presidenza del consiglio. Sono dinamiche politiche e di rappresentanza. Stanno portando avanti queste manovre per mettere in difficoltà gli assessori e ottenere più visibilità nella giunta, alla quale hanno diritto, ma non devono mischiare la politica con l’amministrazione. Esiste un organismo di partito e se ha qualcosa da dire, o da chiedere, lo faccia senza creare problemi alla macchina amministrativa». Infine, Alfieri chiarisce anche la sua posizione rispetto al sindaco Corrado Cuccurullo e respinge l’etichetta di “fedelissimo”: «Io non sono un fedelissimo del sindaco, ma un fedelissimo della città»