Un boato, il silenzio e la paura. La tragica notizia giunta in queste ore, con la caduta della cabina a monte della funivia del Faito e il timore concreto che ci siano vittime, ha riportato Castellammare di Stabia indietro nel tempo, riaccendendo il ricordo doloroso di un’altra immane tragedia: quella del 15 agosto 1960. Un giorno di festa trasformato in lutto per l’intera città, quando a precipitare fu proprio la cabina in discesa dal monte, finita schiantata sui binari a causa dell’alta velocità. A perdere la vita furono in quattro, tra cui il piccolo Luigi Cimmino, di appena 9 anni, figlio di un fruttivendolo che ogni giorno saliva sul Faito per prendere ordini dai proprietari delle ville. Con lui morirono il conducente Alberto Lenza, originario di Cercola, Girolamo Di Costanza, pensionato napoletano, e un quarto passeggero, in una tragedia che lasciò un segno indelebile nella memoria collettiva della città incastonata nella foto di Libero Ricercatore. Le indagini svelarono una verità drammatica: quel giorno erano stati rimossi i limitatori di velocità per aumentare il numero di corse. Una scelta scellerata che portò alla condanna di tre persone, tra cui il direttore d’esercizio, un sorvegliante e un manovratore. Da allora, fino a oggi, quella rimaneva l’unica tragedia nella lunga storia della funivia stabiese, un impianto diventato simbolo non solo di collegamento con il monte Faito, ma anche di identità e rinascita per un intero territorio. Nel 2013, la gestione della funivia è passata all’Eav, holding regionale del trasporto pubblico, che ha avviato i lavori necessari per la riattivazione dell’impianto, fermo dal settembre 2012. Dopo un lungo stop, la riapertura arrivò nel 2016 grazie a una deroga ministeriale. Tuttavia, neanche un anno dopo, nel 2017, scoppiarono nuove polemiche per la rottura di alcuni componenti meccanici interni a un rullo, che costrinsero a un nuovo blocco immediato delle corse. Il guasto fu riparato in tempi brevi, permettendo alla funivia di ripartire stabilmente tra il 2018 e il 2019, anni in cui si toccò il record storico di centomila biglietti venduti. Oggi, però, tutto si ferma di nuovo. La caduta della cabina, ancora avvolta da dubbi e da un clima di apprensione, riapre antiche ferite e pone con forza il tema della sicurezza e della manutenzione degli impianti. Un simbolo di speranza e bellezza che ora torna a far tremare la comunità stabiese, ancora in attesa di conoscere con chiarezza cosa sia accaduto e quali saranno le conseguenze di questa nuova, dolorosa pagina di cronaca.
CRONACA
17 aprile 2025
Castellammare. Funivia del Faito, la caduta di una cabina riapre le ferite del passato