Angri/Scafati. Avrebbero partecipato a truffe automobilistiche nei confronti di una compagnia di assicurazione di Bologna: richiesta di rinvio a giudizio a carico di una trentina di indagati per incid...
Angri/Scafati. Avrebbero partecipato a truffe automobilistiche nei confronti di una compagnia di assicurazione di Bologna: richiesta di rinvio a giudizio a carico di una trentina di indagati per incidenti mai avvenuti ma denunciati a Scafati, Pagani, Sant’Antonio Abate e in altre zone dell’agro-nocerino-sarnese.
Falsi sinistri con danni fisici e di carrozzeria alle auto coinvolte. Quella moltitudine di sinistri avvenuti ad Angri, Scafati e dintorni aveva indotto la compagnia assicurativa a presentare esposto, all’origine, contro ignoti. La procura felsinea a metà novembre aveva chiuso le indagini notificando 30 avvisi di garanzia di cui 24 dell’Agro nocerino sarnese (tra Scafati, Angri, Pagani e Nocera Inferiore).
Tra gli indagati anche cinque civilisti del foro di Nocera Inferiore e Salerno, ma per competenza territoriale l’inchiesta è stata fatta propria dalla magistratura inquirente bolognese. Poco più di 200mila euro il danno calcolato per i presunti incidenti fantasma. Risarcimenti a sbafo, quindi, per sinistri mai accaduti, stando a quanto ipotizzato dalla Procura di Bologna.
Una cinquantina le contestazioni. Gli inquirenti hanno accertato che finanche i referti ospedalieri sarebbero stati fasulli: gli indagati avrebbero perfino sbagliato il nome di battesimo d’uno dei camici bianchi. E i centri di fisioterapia che comparivano sui certificati non avevano neppure l’autorizzazione al funzionamento. Il giro è vastissimo: sono coinvolti insospettabili professionisti tra cui titolari di studi infortunistici.
I nomi di spicco sono quelli di due avvocati di Angri, un altro di Salerno, uno di Pagani e uno a Maiori in costiera Amalfitana oltre a due consulenti per l’infortunistica. Tutti i coinvolti sono accusati del concorso nei reati di frode assicurativa e di falsità ideologica e materiale commesse dal pubblico ufficiale in atto pubblici.
L’indagine, avviata a Bologna nel 2023 aveva portato alla conclusione delle indagini preliminari nel novembre dello scorso anno. Quando emersero le prime incongruenze (più volte gli incidenti avvenivano nella medesima strada), la compagnia assicurativa sporse denuncia, dando inizio all’indagine della procura di Bologna. I falsi sinistri furono denunciati a Scafati, a Sant’Antonio Abate e a Pagani.
I primi riscontri della polizia giudiziaria furono ottenuti proprio interpellando i medici, tirati dentro il giro di falsi sinistri a loro insaputa, i quali negarono di aver mai firmato su quei verbali dove compariva il loro nominativo. La particolarità dell’indagine è che tutti i danni rimediati nei sinistri venivano apparentemente rilasciati dallo stesso ospedale così come i referti radiologici, riconducili apparentemente a due medici.
In realtà, le firme sulle certificazioni ospedaliere furono disconosciute dai due professionisti, mentre le prestazioni sanitarie effettuate e allegate ai risarcimenti, provenivano da strutture sprovviste delle autorizzazioni per l’esercizio dell’attività. Ora la richiesta di processo per i coinvolti in un procedimento penale avviato nel 2023 dopo la denuncia presentata dalla compagnia assicurativa felsinea.
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