Torre del Greco. Gli ultimi disagi in ordine di tempo sono legati al (prolungato) guasto del totem elettronico per la distribuzione dei numeri agli sportelli, con conseguente (ulteriore) prolungamento...
Torre del Greco. Gli ultimi disagi in ordine di tempo sono legati al (prolungato) guasto del totem elettronico per la distribuzione dei numeri agli sportelli, con conseguente (ulteriore) prolungamento dei tempi d’attesa per i cittadini. Ma l’elenco dei disservizi denunciati quotidianamente da chi è costretto a recarsi presso gli uffici postali del territorio è lungo e variegato, a partire dall’obbligo di aspettare il proprio turno all’esterno delle sedi – durante l’inverno sotto la pioggia, d’estate sotto il solleone – fino all’orario ridotto per gli sportelli della periferia. Una sfilza di lamentele raccolte dal consigliere comunale Antonio D’Ambrosio e «girate» ai vertici di Roma di Poste Italiane per (provare a) ottenere «rispetto» e «soddisfacimento dei bisogni» per i contribuenti della quarta città della Campania.
La lenta agonia
L’odissea degli uffici postali all’ombra del Vesuvio affonda le proprie radici nella chiusura della sede di via Nazionale, avvenuta durante la seconda parte del mandato da sindaco di Giovanni Palomba. Una chiusura provocata da un’infiltrazione d’acqua all’interno dell’immobile, mai riparata dal proprietario della struttura a dispetto del contenzioso legale avviato da Poste Italiane. Dall’ormai lontano 2022, i disagi si sono moltiplicati per i residenti nella quarta città della Campania perché le restanti tre sedi – la «centrale» di via Vittorio Veneto e le «succursali» di via monsignor Felice Romano e Leopardi – non sarebbero, complici le evidenti carenze di personale, in grado di garantire velocità e efficienza.
La lettera di protesta
Di qui, i quotidiani disservizi registrati sul territorio e capaci di convincere il consigliere comunale Antonio D’Ambrosio – il capogruppo della civica Movimento Popolare Torrese, seduto tra i banchi della maggioranza guidata dal sindaco Luigi Mennella – a scrivere ai vertici di Roma di Poste Italiane per rappresentare «la problematica relativa ai disagi consequenziali alla chiusura dell’ufficio postale di via Nazionale 389». Una vera e propria mazzata per il territorio perché «con la riduzione degli uffici postali e la chiusura pomeridiana degli sportelli della sede di Leopardi – prosegue la missiva – emergono difficoltà per gli utenti in termini di tempi di attesa per effettuare le operazioni, con lunghe file all’esterno degli uffici. Pertanto, visto anche l’imminente arrivo dell’estate, con aumenti delle temperature e difficoltà per gli anziani, si chiede un incremento di personale per velocizzare operazioni e servizi in modo da garantire il soddisfacimento dei bisogni dei cittadini». E fare così in modo che la quarta città della Campania non sia l’ultima sul fronte dei servizi postali per i cittadini.
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