Con la sentenza della Corte Costituzionale si è di fatto aperta la campagna elettorale per le Regionali.
Francesco Cascone, capogruppo politico di Forza Italia in Regione Campania e componente del Consiglio nazionale del partito, che giudizio dà della decisione della Consulta?
«Per noi quella legge fu un colpo di mano, fatto in fretta e furia. De Luca decise di affondare il colpo e accelerò i tempi in una maniera inusuale già in quella sede. Il divieto di terzo mandato è stato istituito con una legge costituzionale approvata nel 2004: e per questo motivo sottolineo due profili, uno politico e uno tecnico. Il profilo politico è che quella legge rispondeva ad un criterio: quello di evitare la concentrazione di potere e la personalizzazione della politica. Poi c’è un profilo tecnico: nel 2009, cioè cinque anni dopo l’approvazione di questa norma costituzionale, Bassolino in quanto presidente della Campania, approvò una legge regionale dove si faceva un richiamo alla norma del 2004. Una norma costituzionale che stabilisce un principio non può essere lasciata alla discrezionalità di un consiglio che decide di recepirla vent’anni dopo.
De Luca, però, non si è fermato: sabato ha convocato i suoi capigruppo. E c’era anche la vice presidente Ciarambino. «Partirei da questo: la presenza della Ciarambino è un po’ un’anomalia, perché lei oggi è vicepresidente del consiglio regionale in quota opposizione. La sua presenza all’interno di quella riunione qualche imbarazzo lo crea perché poi vuol dire che non è tanto di opposizione. E’ palese che il centrosinistra cerca di fare quadrato e cerca di applicare il campo largo, però c’è qualcosa di strano in tutto questo. Si ha la sensazione che il buon De Luca sia più osteggiato dal suo partito, anche se lui ha dichiarato più volte di non avere partito, piuttosto che che dalle parte avversa. Lui rivendica un ruolo di primo piano come ha fatto Bonaccini in Emilia però i rumors di Radio F13 (il palazzo della Regione) parlano di un accordo di fatto con i Cinque stelle da parte del PD. Lui, però, vuole indicare il suo successore se non glielo faranno fare che succede? Avrà l’audacia di presentarsi da solo e quindi di creare un terzo schieramento che faccia capo a lui o troverà una mediazione con la stanza dei bottoni? Io credo che sia la seconda l’ipotesi».
Lei che giudizio dà di questi 10 anni di governo?
«De Luca è un comunicatore eccezionale, ma mente sapendo di mentire. Posso fare un esempio?» Certo. «In questo fine settimana mia zia è stata ricoverata d’urgenza all’ospedale del mare. Mio cugino è stato due giorni in pronto soccorso e mi ha raccontato quello che ha visto. Il problema non è il personale. i medici o gli infermieri: il problema è un problema di organizzazione che De Luca non ha saputo dare. Oggi la sanità è lo specchio dell’amministrazione De Luca che da un lato fa gli articoli sui giornali usando i fondi per la comunicazione istituzionale nei quali dice che siamo la migliore sanità del mondo, ma la realtà è davvero un’altra cosa. Potrei parlare dei fondi che sono stati spesso diretti verso l’area di Salerno. Nei fondi Fsc c’erano 100 milioni di euro per realizzare l’asse occidentale, una variante alla tangenziale di Napoli che avrebbe creato una via preferenziale per la zona ospedaliera. I fondi per quest’opera sono stati tolti qualcuno dice in maniera diciamo maliziosa per fare un dispetto a Manfredi, sta di fatto che non si farà. De Luca dice che l’opposizione è bugiarda quando parla di numeri che secondo lui non sono veri. Ma quei numeri vengono da istituti di qualità che valutano l’agire amministrativo della regione. E la smettesse di dare le colpa a Caldoro che ha amministrato per 5 anni soltanto».
Veniamo al centrodestra: Martusciello ha detto che serve un leader che venga da quell’area.
«Il centrodestra in Campania ha diritto a dimostrare di essere una forza di governo che può sare una svolta a questa regione perché i campani meritano di più. Il centrodestra ha diritto ad indicare un governatore che rappresenta il centrodestra in maniera importante, che però sappia attirare il centro così come anche gli scontenti del centrosinistra che si rivedono in un governatore che sappia dialogare perché abbia gli stessi valori»
Teme che le vicende giudiziarie che hanno coinvolto una collaboratrice di Fulvio Martusciello possano condizionare anche la scelta di Martusciello?
«Io spero che questa vicenda venga chiarita al più presto e penso non porterà nessun contraccolpo a Forza italia che, grazie a Fulvio Martusciello, sta creando un entusiasmo di forze che vedono in Forza Italia la propria casa. Il nostro partito aspira a diventare classe dirigente di governo anche in Campania»
Però la Lega punta su Zinzi e FdI su Cirielli.
«Sono scelte pienamente legittime. Parliamo di nomi rispettabili e potenzialmente validi. Ma sappiamo che il candidato presidente del centrodestra verrà individuato dal governo, quindi dai tre leader dei principali partiti del governo»
Il centro può essere attirato, secondo lei, da un candidato, che venga anche da altre esperienze? Circola con insistenza il nome del commissario unico della Zes Giosi Romano.
«Guardi Giosi Romano lo conosco bene, è una persona che stimo, una persona preparata che ha avuto diciamo la responsabilità di guidare una zona economica speciale unica di tutto il meridione. Lo sta facendo in maniera eccezionale: se dovesse essere lui piuttosto che Zinzi o lo stesso Fulvio Martusciello o Cirielli, reciterà la sua parte perché sappiamo come quali sono i problemi della nostra regione, sappiamo come risolverli. Nell’ultimo decennio abbiamo visto delle forze politiche che erano preparatissime nel conoscere i problemi del nostro paese, ma che non avevano una ricetta. Noi abbiamo le ricette e sappiamo dove incidere per cambiare il futuro della Campania».
Quali sono i punti su cui, secondo lei, la campagna elettorale del centrodestra si deve concentrare. Può bastare solo una campagna elettorale ispirata al concetto di discontinuità?
«La discontinuità sarà fondamentale: noi stiamo vivendo in Campania un un boom turistico importante, una voglia da parte di un turista di scoprire i tesori della nostra regione. Ecco il turismo credo che sia uno dei temi che l’amministrazione De Luca abbia fallito in maniera clamorosa. Perché il turismo in Campania non è una filiera, la Campania ha delle ricchezze che in altri posti creerebbero occupazione, economia. Dovrebbe essere la principale industria attorno alla quale dovrebbe nascere un rilancio culturale, perché il turismo è anche quello e soprattutto economico, perché potrebbe andare a colmare un gap occupazionale che vede la Campania come fanalino di coda di tutte le regioni italiane in termini di occupazione».
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