Scafati/Salerno. Droga dall’Agro per il carcere di Fuorni e la provincia sud di Salerno, 11 imputati condannati per complessivi 43 anni di reclusione in abbreviato e altri 3 a giudizio ordinario. ...
Scafati/Salerno. Droga dall’Agro per il carcere di Fuorni e la provincia sud di Salerno, 11 imputati condannati per complessivi 43 anni di reclusione in abbreviato e altri 3 a giudizio ordinario. Due patteggiamenti per 3 anni e mezzo di pena, Sentenza contestuale del gup Rossi del Tribunale di Salerno con annuncio di Appello da parte delle difese. Sono tutti accusati di far parte di una vasta rete di spaccio di droga, smantellata con un blitz a marzo 2024. L’operazione aveva colpito duramente un’organizzazione implicata nella distribuzione di sostanze stupefacenti come crack, hashish e cocaina.
Il sostituto procuratore della Dda Claudia D’Alitto, aveva chiesto il processo per tutti a fine anno scorso. Incassa 4 ani e 4 mesi Salvatore Capaldo di Nocera Inferiore, 3 anni e mezzo a Martina Iannone di Mercato San Severino, 4 anni e 4 mesi per Alfonso Morello di Scafati ma domiciliato a Eboli; stessa pena di 4 anni e 4 mesi per Gerardo Morello di Torre Annunziata; 3 anni e 8 mesi per Ciro Torraca di Pompei, 4 anni di reclusione in continuazione per Maria Rosaria Naddei di Fisciano, 4 anni e 8 mesi in continuazione per Antonio Pellegrino di Mercato San Severino, 3 anni e 10 mesi per Maria Tramontano di Pagani e domiciliata a Capaccio Paestum, 3 anni e mezzo per Vito Eduardo Tramontano residente a Capaccio Paestum, 3 anni e mezzo per Domenico Volpe di Capaccio Paestum e 2 anni e 9 mesi per Telemaco Zerenga di Capaccio/Paestum. Tutti quelli con pena superiore ai 3 anni sono stati interdetti dai pubblici uffici per 5 anni oltre a dover pagare multe superiori ai 10mila euro ognuno. Contestati 28 episodi di detenzione e cessione di stupefacenti.
Un dettaglio sconcertante emerse dall’indagine è il coinvolgimento del carcere di Fuorni. Secondo l’ipotesi accusatoria, la droga destinata a essere ceduta a terzi veniva introdotta nel carcere durante i colloqui. Un colpo particolarmente grave che aveva messo in luce la pervasività delle attività criminali anche dietro le sbarre. Non solo traffico di stupefacenti, ma l’inchiesta ha rivelato anche un episodio estorsivo nei confronti di un’acquirente.
Sono emersi anche episodi di estorsione contro clienti insolventi e i loro familiari, con tre vittime (due acquirenti e la madre di una di loro) che hanno la facoltà di costituirsi parte civile. Durante le indagini, era stata inoltre scoperta anche la detenzione di un’arma da fuoco e di un lanciarazzi. Le cessioni documentate di droga hanno raggiunto un valore di migliaia di euro, dimostrando la vastità e la pericolosità dell’organizzazione criminale.
Le indagini, basate su appostamenti e intercettazioni con l’utilizzo di file “trojan”, hanno permesso di identificare i membri chiave di questa organizzazione criminale.
La scoperta ha anche rivelato il frequente utilizzo di telefoni cellulari da parte dei detenuti, che, dalle celle, comunicavano con le fidanzate per ordinare stupefacenti e suggerire modalità di pagamento tramite carte prepagate. Ora sentenza con motivazione contestuale e ricorso in Appello da parte del folto collegio difensivo.
@riproduzione riservata