Arriva in Senato il ddl del centrodestra per lo stop ai ballottaggi per l’elezione del sindaco nei comuni sopra i 15 mila abitanti, proposta già al centro di un emendamento al dl elezioni, poi ritirato. Nella premessa del testo in forma di bozza- a prima firma Malan (Fdi), e sottoscritto da Romeo e Gasparri, capigruppo a Palazzo Madama di Lega e Forza Italia si legge come la norma nasca per fare fronte “alla distorsione nell’esito delle elezioni amministrative che rischia di diventare, ad oggi, patologica”. “Il ballottaggio -scrivono i proponenti- registra una sempre minore partecipazione da parte degli elettori, con la conseguenza che molti sindaci sono eletti al secondo turno con una partecipazione popolare molto ridotta e, quindi, con ripercussioni negative sulla loro legittimazione”. Il paradosso segnalato è che “nella maggioranza dei casi, al secondo turno si rischia di eleggere un candidato sindaco che abbia ottenuto meno voti di quelli raggiunti dall’avversario al primo turno”. I partiti di maggioranza citano il caso delle ultime elezioni comunali di Campobasso, nel 2024, quando “il candidato in assoluto più votato non è risultato eletto sindaco. Il candidato di centrodestra ha raccolto al primo turno 12.874 voti, fermandosi al 47,9 per cento e al secondo turno ha perso contro la candidata del centrosinistra per nemmeno 400 voti (51 a 49 per cento), pur avendo questa ottenuto soltanto 10.510 voti”. Una situazione che, al di là del caso specifico di Campobasso, si è verificata anche in altre situazioni e in elezioni in comuni particolarmente importanti della provincia di Napoli. Nell’articolo unico della legge (“Modifica agli articoli 72 e 73 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali) si prevede che nei comuni con oltre 15mila abitanti “è proclamato eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti validi, a condizione che abbia conseguito almeno il 40 per cento dei voti validi. Qualora due candidati abbiano entrambi conseguito un risultato pari o superiore al 40 per cento dei voti validi, è proclamato eletto sindaco il candidato che abbia conseguito il maggior numero di voti validi”. Il disegno di legge stabilisce, inoltre, che in caso di elezione al primo turno di un candidato sindaco, alla lista o al gruppo di liste a lui collegate che non abbia già conseguito almeno il 60% dei seggi del Consiglio, venga assegnata tale percentuale dei seggi, sempreché nessun’altra lista o altro gruppo di liste collegate abbia superato il 50% dei voti validi. Una battaglia sulla quale il centrosinistra è pronto a fare le barricate per evitare ulteriori modifiche.
CRONACA
12 aprile 2025
Stop al ballottaggio per i sindaci: in Senato il ddl del centrodestra