Notte di terrore a Torre Annunziata, incendia lo scooter della sorella dopo una lite e minaccia di farsi esplodere con una bombola di gas: arrestato dopo ore di trattativa. Una scintilla di follia, un...
Notte di terrore a Torre Annunziata, incendia lo scooter della sorella dopo una lite e minaccia di farsi esplodere con una bombola di gas: arrestato dopo ore di trattativa. Una scintilla di follia, un’escalation incontrollata e una notte di paura che ha tenuto con il fiato sospeso un intero quartiere. La città, ieri mattina, si è risvegliata all’alba del terrore dopo ore drammatiche vissute tra sirene, evacuazioni e un uomo barricato in casa con una bombola di gas, pronto a trasformare un palazzo in una trappola mortale. Una vicenda che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia, scongiurata solo grazie al sangue freddo e alla professionalità delle forze dell’ordine. Tutto ha avuto inizio intorno alla mezzanotte in via Avallone, a pochi passi dallo stadio Giraud. Un’accesa lite familiare, nella notte di giovedì, ha fatto da miccia a un gesto sconsiderato: l’uomo, protagonista di questa drammatica vicenda, ha incendiato lo scooter della sorella, lasciando che le fiamme e lo scoppio del mezzo richiamassero l’attenzione di residenti e vicinato. Le urla, il fuoco, il boato: in pochi minuti la zona si è trasformata in uno scenario d’emergenza. Sono stati proprio gli abitanti del quartiere a contattare il commissariato di Torre Annunziata, dando il via a un’operazione che si è rivelata delicatissima. All’arrivo degli agenti, la situazione è precipitata: l’uomo si è chiuso nel suo appartamento, portando con sé una bombola di gas. Da quel momento, è iniziato un vero e proprio sequestro suicida, con la minaccia costante di far esplodere tutto. I poliziotti, comprendendo la pericolosità del momento, hanno immediatamente disposto l’evacuazione del palazzo mettendo in sicurezza l’intera area. Un’operazione condotta con estrema cautela. Vista la gravità della situazione, da Napoli sono giunte in supporto anche le unità speciali della polizia e i negoziatori esperti in crisi. Per tre interminabili ore, gli agenti hanno tentato di stabilire un contatto con l’uomo, cercando di calmarlo, di farlo ragionare, di spingerlo alla resa. Ogni parola, ogni gesto, ogni silenzio, pesavano come piombo. Le forze dell’ordine si sono mosse con la consapevolezza che un solo errore avrebbe potuto provocare una catastrofe. Solo intorno alle tre del mattino, quando ormai la tensione era al limite, l’uomo ha finalmente aperto la porta. Gli agenti sono riusciti a entrare, immobilizzarlo e portarlo via in sicurezza. L’arresto è scattato immediatamente: per lui le accuse sono gravi, incendio doloso e procurato allarme, mentre resta da valutare anche l’aspetto psicologico del suo gesto, che potrebbe aprire la strada a una perizia psichiatrica. Il veicolo incendiato è andato completamente distrutto e l’intero quartiere ha vissuto ore di panico, con intere famiglie rimaste per ore col fiato sospeso e il timore si assistere ad una tragedia. Un episodio che riaccende i riflettori su un tema troppo spesso sottovalutato: la fragilità mentale, la gestione dei conflitti familiari e la presenza di soggetti potenzialmente pericolosi all’interno del tessuto cittadino. Fortunatamente, questa volta, la professionalità della polizia ha evitato il peggio. In via Avallone, tra le macerie morali lasciate da questa notte di follia, resta l’amaro di chi si è trovato suo malgrado spettatore di una realtà ormai sempre più fragile e imprevedibile.