Scafati. A distanza di quasi tre lustri dagli inizi delle violenze sessuali, anziano condannato a 16 anni di reclusione per aver abusato all’epoca dei fatti di due minorenni Si tratta di un 77enne...
Scafati. A distanza di quasi tre lustri dagli inizi delle violenze sessuali, anziano condannato a 16 anni di reclusione per aver abusato all’epoca dei fatti di due minorenni Si tratta di un 77enne a processo con l’accusa di violenza sessuale aggravata. Il processo a suo carico ha vissuto fasi di pausa causa Covid e rinvii per astensioni varie.
Secondo le accuse avrebbe abusato più volte, dei figli di una donna (straniera) che aveva sposato. I fatti sono collocati a Scafati, dal 2011 al 2020.
A seguito di denuncia, con verifiche specifiche dei carabinieri, il tribunale dispose l’allontanamento dalla casa familiare dell’anziano. Le vittime presunte sono una bambina e un bambino all’epoca di appena 10 anni. L’anziano avrebbe intimidito i due minori – secondo le accuse – promettendo di arrecare del male e delle sofferenze alla loro madre, insieme all’abbandono da casa, qualora non avessero acconsentito a sottostare alle sue violenze. Come contesta il pm, l’uomo si sarebbe spesso avvicinato al letto dei due bambini, mentre dormivano, toccando e abusando di loro in diverse occasioni, tra palpeggiamenti e atti di auto erotismo.
Lo stesso avrebbe fatto con il ragazzino, sfruttando quel “rapporto affettivo paterno” per meglio avvicinarsi a loro senza essere respinto. Negli atti dell’indagine condotta dai carabinieri della tenenza di Scafati c’è però anche altro, e cioè una serie di messaggi che l’anziano avrebbe inviato alla piccola, per convincerla a subire atti di natura sessuale. Anche attraverso i social network, il 77enne si sarebbe più volte rivolto alla minore con apprezzamenti sessuali.
Per la procura l’uomo avrebbe agito in maniera subdola e dietro minacce, costringendo i due minori a non reagire e a sottostare alle sue presunte perversioni, che sono state ora oggetto di un processo dinanzi al collegio del tribunale di Nocera Inferiore. In sede di udienza preliminare, il gup aveva condiviso la tesi della Procura, ritenendo validi gli elementi per mandare l’uomo a dibattimento.
Una prima denuncia formalizzata nei riguardi del 77enne, con l’iscrizione nel registro degli indagati, portò il tribunale ad adottare una prima misura di sicurezza, legata all’allontanamento dalla casa familiare.
Negli atti erano finiti anche le testimonianze delle vittime, con l’unica incertezza dovuta al periodo durante il quale sarebbero state commesse le violenze di natura sessuale. Non ha retto nel processo la tesi della difesa tanto che il collegio giudicante ha comminato per il 77enne una condanna a 16 anni di reclusione.
A giugno le motivazioni della sentenza per la quale la difesa ha già annunciato ricorso.
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