Torre del Greco. Rischia di assumere contorni kafkiani il «calvario infinito» del settore politiche sociali all’ombra del Vesuvio. Mentre, infatti, l’ufficio al piano terra degli ex Molini Merid...
Torre del Greco. Rischia di assumere contorni kafkiani il «calvario infinito» del settore politiche sociali all’ombra del Vesuvio. Mentre, infatti, l’ufficio al piano terra degli ex Molini Meridionali Marzoli annaspa tra ritardi e disservizi a causa delle croniche carenze d’organico del Comune – l’ultima «imbarcata» di personale tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025 non ha interessato il welfare – la bellezza di 13 assistenti sociali, selezionati attraverso un apposito concorso-lampo, restano «congelati» da circa due settimane per una serie di liti e scontri a palazzo Baronale. Con inevitabili conseguenze per i cittadini già costretti a «elemosinare» servizi e attenzioni.
Il nuovo concorso
Nelle scorse settimane, attraverso l’ambito N31, il settore politiche sociali ha promosso in autonomia – complice un apposito regolamento approvato dall’esecutivo a trazione Pd-M5S – una procedura di concorso per l’assunzione di 13 assistenti sociali a tempo determinato (due anni) da pagare con il fondo povertà, dunque senza costi per l’ente di palazzo Baronale. Alla «chiamata» dagli ex Molini Meridionali Marzoli hanno risposto 102 candidati, selezionati da una commissione mista – presieduta dal dirigente alle politiche sociali Gennaro Alessandro Borrelli e completata da due componenti esterni – attraverso un’unica prova scritta, con tre domande per candidato. Al termine delle prove è stata compilata l’apposita graduatoria e individuati i nomi dei 13 vincitori del concorso. Chiamati, in pratica, solo a firmare i contratti con il Comune per iniziare a lavorare al servizio delle politiche sociali.
La presa in carico
E qui sono cominciate le «grane». Perché la dirigente al personale Luisa Sorrentino – tenuta all’oscuro dell’intera procedura concorsuale svolta secondo il regolamento dell’ambito N31 – avrebbe inviato una nota, come confermato dalla stessa «sergente di ferro» durante una seduta della commissione trasparenza di palazzo Baronale, per «sganciarsi» dall’onere della presa in carico dei 13 nuovi assistenti sociali. Dal proprio canto, invece, il dirigente del settore politiche sociali ha sottolineato come il compito finale dell’assunzione spetti al settore personale del Comune. Non solo. Durante l’ultima riunione dell’organismo politico presieduto da Luigi Mele sono stati sollevati diversi dubbi di legittimità sia in merito alle procedure concorsuali sia all’esito finale. Così si è deciso di convocare sul caso il segretario generale Domenico Gelormini, atteso in commissione la prossima settimana. Altri sette giorni, mentre l’ufficio welfare «muore» e 13 assistenti sociali aspettano di entrare in servizio.
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