Il futuro delle imprese chiamate ad affrontare la sfida più difficile degli ultimi anni: quella di stare al passo con le normative ambientali e le direttive sempre più stringenti dell’Europa. La transizione, la nascita delle Comunità energetiche rinnovabili e fare impresa sostenibile tra innovazione, efficienza e autonomia energetica: sono i temi del convegno che si terrà quest’oggi all’Hotel Sunrise di via Giacinto Gigante a Casoria. Una giornata di appuntamenti, tra confronti e discussioni con i professionisti del settore e che vedrà l’intervento di numerosi personaggi illustri. Nel pomeriggio dopo la registrazione e l’intervento di Monica Esposito di Alario srl si parlerà di “Innovazione e sostenibilità nelle energie rinnovabili” con Bruno Santagata, amministratore Tecnosud, Sergio Marchese, ingegnere esperto di Comunità energetiche, e Biagio Caccia, consulente in supporto economico alle imprese e vicepresidente commissione rapporti e imprese e crowfunding dell’ordine dei commercialisti e contabili di Napoli: discuteranno di tutto ciò che riguarda le imprese rinnovabili dalla situazione amministrativa ai costi di gestione per le cer. Toccherà a Rossella Esposito, Rp Advice, parlare del ruolo del welfare nell’ambito della sostenibilità. Si discuterà anche di “patente d’impresa e strategia di crescita”. Ne discuterà Luigi Romano, consulente strategico e Ceo di Profict, e Antonio Maccario, ingegnere esperto di innovazione e Ceo di Proto Design. Si tratta di un evento fondamentale per chi insegue innovazione e sostenibilità delle proprie imprese con esperti del settore per ampliare la propria rete professionale.
L’INTERVISTA – A parlare di patente d’impresa e strategie di crescita, dall’idea al mercato tra innovazione, finanziamenti e transizione 5.0 è Luigi Romano, consulente strategico Ceo & Founder Profict Partner del network Consulenti aziendali d’Italia. Un professionista che segue la crescita e la sostenibilità aziendale da anni e i risultati che ha raccolto negli anni ne sono la testimonianza.
Dottor Luigi Romano lei dice che il vero problema dell’imprenditore non è fare debiti, ma guadagnare. Ci spiega meglio questo concetto?
«Certo. I soldi in azienda entrano in due modi: facendo debiti o producendo reddito. Eppure oggi molte imprese vivono grazie ai debiti, non grazie ai guadagni. Questo è un errore sistemico. Dalla crisi del 2008, in Italia abbiamo abbassato i prezzi pur di mantenere il fatturato, ma senza abbassare i costi. Così facendo, la redditività si è erosa, e oggi la maggior parte delle aziende non riesce a generare margini sufficienti. Senza reddito operativo, non c’è flusso di cassa. E se non c’è cassa, l’azienda si indebita ancora di più, innescando un circolo vizioso. Il focus deve tornare sulla redditività sostenibile, non sul mantenere in piedi strutture inefficienti».
Lei parla del R.O.I. come obiettivo minimo per garantire la sopravvivenza di un’impresa. Qual è la soglia critica?
«Un R.O.I. sotto il 20% è pericoloso. E non lo dico per teoria, lo dico per esperienza. Se un imprenditore investe capitale proprio o di terzi, quell’investimento deve produrre reddito operativo sufficiente non solo a coprire mutui, dividendi per i soci o il proprio stipendio, ma anche a reinvestire nel futuro dell’azienda. Questo R.O.I. lo ottieni solo in due modi: o hai un’alta marginalità (R.O.S.) oppure fai molto fatturato rispetto al capitale investito (T.O.C.I.). Devi essere o R.O.S. o T.O.C.I. Se non sei né l’uno né l’altro, sei in grave pericolo. E purtroppo oggi l’80% delle imprese italiane non è né R.O.S. né T.O.C.I., quindi non ha futuro se non cambia rotta subito».
Un messaggio che colpisce molto è “distinguersi o estinguersi”. Qual è la vera chiave per distinguersi, oggi?
«La differenziazione è l’unica arma per aumentare i prezzi e sopravvivere nel tempo. Se vendi un prodotto o un servizio identico alla concorrenza, sarai sempre schiavo del prezzo più basso. Invece, se ti distingui – nei prodotti, nel servizio, nell’esperienza – puoi alzare i prezzi, migliorare i margini e fidelizzare i clienti. Come? Lavorando su queste leve: innovazione, miglioramento dei processi interni, formazione e clima aziendale. La soddisfazione del cliente è la medicina più potente che esista. Jeff Bezos (Amazon) lo dice chiaramente: ossessione per il cliente. Perché il cliente è l’unico che ci obbliga a evolverci. E senza evoluzione, l’impresa è finita».
GLI ALTRI ESPERTI – Brunello Santagata, amministratore di Tecnosud spiega, invece, l’importanza delle comunità energetiche rinnovabili.
Dottor Santagata qual è il ruolo di Tecnosud Srl nel settore delle energie rinnovabili?
«Tecnosud Srl è da molti anni impegnata nel settore delle energie rinnovabili, con un focus particolare sugli impianti fotovoltaici e le comunità energetiche. Offriamo soluzioni innovative e sostenibili che permettono alle aziende di ridurre i costi energetici e contribuire alla transizione ecologica».
Perché le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sono così importanti per la transizione energetica?
«Le CER rappresentano una delle soluzioni più promettenti per la transizione energetica, poiché permettono alle imprese e ai cittadini di produrre, condividere e consumare energia rinnovabile in modo cooperativo. Questo modello decentralizzato riduce i costi, favorisce una distribuzione più equa dell’energia e contribuisce alla decarbonizzazione del settore energetico. Le CER non solo abbassano i consumi, ma creano anche un sistema più resiliente e sostenibile».
A Sergio Marchese, ingegnere esperto nelle Comunità energetiche, il compito di raccontare come gestire una Cer.
Dottor Marchese Cosa bisogna considerare nella fase di simulazione e configurazione di una Comunità Energetica Rinnovabile?
«La simulazione e configurazione di una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) sono fasi cruciali per garantire che il progetto sia tecnicamente ed economicamente valido. In questa fase, è necessario analizzare diversi aspetti: la scelta delle tecnologie (come impianti fotovoltaici, sistemi di accumulo), la mappatura degli utenti che parteciperanno alla comunità, e la definizione dei modelli di distribuzione dell’energia. Inoltre, occorre considerare la capacità di produzione e consumo collettivo per ottimizzare la condivisione dell’energia rinnovabile».
Quali sono gli aspetti legali, normativi e amministrativi da considerare per costituire e gestire una CER?
«È necessario seguire le linee guida fornite dall’Autorità per l’energia, che regolano la condivisione dell’energia tra i membri della comunità. Tra gli aspetti più rilevanti ci sono la redazione di contratti tra i partecipanti, la definizione di un regolamento per la gestione della CER e la conformità alle normative ambientali e fiscali. A livello amministrativo, bisogna anche registrare la comunità energetica presso gli enti competenti, come ARERA».
Infine Biagio Caccia, consulente in supporto economico alle imprese e vicepresidente della commissione rapporti, banche, imprese e crwfunding dell’Odcec di Napoli che analizza la fase degli investimenti.
Dottor Caccia come si costruisce un business plan per una comunità energetica tenendo conto del bilancio fiscale e degli incentivi fiscali?
«Un business plan per una comunità energetica, in relazione al bilancio fiscale, deve considerare diversi aspetti chiave. In primo luogo, bisogna analizzare i costi di investimento, come l’acquisto e l’installazione degli impianti fotovoltaici, e capire come questi incideranno sul bilancio fiscale. Successivamente, è fondamentale stimare i ricavi derivanti dalla vendita dell’energia in eccesso alla rete e dall’autoconsumo collettivo. Un altro aspetto fondamentale è l’identificazione di incentivi e agevolazioni fiscali, come le detrazioni per gli impianti fotovoltaici o le tariffe incentivanti per l’autoconsumo, che possono contribuire a ridurre l’impatto fiscale»
Come i finanziamenti pubblici, come quelli previsti dal PNRR o dai bandi regionali, si integrano con la gestione fiscale di una comunità energetica e quale impatto hanno sul bilancio fiscale?
«I finanziamenti pubblici, come quelli previsti dal PNRR o dai bandi regionali, rappresentano un’opportunità importante per ridurre i costi iniziali di un impianto fotovoltaico e ottimizzare il bilancio fiscale di una comunità energetica. L’utilizzo di questi fondi consente di abbattere parte delle spese di investimento, migliorando la liquidità e la sostenibilità finanziaria del progetto. Inoltre, l’accesso a questi finanziamenti può generare vantaggi fiscali aggiuntivi».