S.Maria la Carità. Un’altra bomba, l’ennesimo raid dinamitardo a un imprenditore nel giro di pochi mesi. Questa volta a finire nel mirino è un’agenzia di pratiche auto di via Scafati, strada che collega il comune dell’Agro alla cittadina dei Lattari. Nella tarda serata di mercoledì, i carabinieri della compagnia di Castellammare sono intervenuti nella zona per la segnalazione della deflagrazione di un ordigno nei pressi di un’attività commerciale. Poco prima, secondo una primissima ricostruzione dei fatti, degli ignoti hanno posto vicino alla serranda di un’agenzia auto una bomba fabbricata artigianalmente. Dallo scoppio dell’ordigno sono state danneggiate le serrande, l’ingresso e la tettoia dell’attività. Alcuni danni sono stati riportati anche al parabrezza anteriore di un’auto in transito, guidata da un 20enne che non è rimasto ferito. Sul caso, la Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha aperto un’inchiesta, delegando i carabinieri di Castellammare e quelli del nucleo investigativo di Torre Annunziata alle indagini, che in questo momento stanno vertendo soprattutto sulla matrice del gesto. Non si esclude nessuna ipotesi, nemmeno quella che porta a una ritorsione a titolo estorsivo. I militari dell’Arma, per fare piena chiarezza sull’accaduto, hanno proceduto a interrogare il titolare dell’agenzia e il ragazzo 20enne trovatosi sul posto al momento dell’esplosione della bomba. Acquisite anche le immagini degli impianti di videosorveglianza, per provare a ricostruire tutte le dinamiche dell’accaduto e il percorso effettuato da chi ha posto l’ordigno all’esterno della serranda dell’attività di via Scafati. Sull’identità dei soggetti e sulla matrice del gesto si avranno ulteriori dettagli nei prossimi giorni, con i militari che stanno portando avanti le indagini sugli altri attentati dinamitardi verificatisi nella vicina Sant’Antonio Abate. L’inchiesta è ormai finita in mano alla Direzione Distrettuale Antimafia, che sta provando a ricostruire i nuovi equilibri criminali nella cittadina abatese dopo l’azzeramento del clan Fontanella. L’ipotesi, ad oggi, è che un nuovo clan, composto principalmente da ex uomini di punta delle cosche storiche, si sia riorganizzato dalle ceneri delle retate dell’antimafia. Un’indagine ancora aperta, e che lentamente sta prendendo corpo nelle informative redatte dai carabinieri della compagnia di Castellammare, che nel frattempo sono riusciti ad arrivare al mezzo utilizzato per trasportare un ordigno fatto esplodere l’estate scorsa all’esterno del cancello di una ditta di rifiuti nella periferia abatese. Si tratta di uno SH, appartenente a un noto pregiudicato del rione Annunziatella di Castellammare di Stabia e vicino agli ambienti del clan D’Alessandro di Scanzano. L’uomo non è indagato per il fatto, su cui le indagini stanno andando avanti spedite. Lo stesso discorso vale per gli altri due episodi dinamitardi nelle case di due imprenditori a Sant’Antonio Abate, accaduti nel giro di pochi giorni lo scorso gennaio. I tre episodi accaduti a Sant’Antonio Abate, per gli inquirenti, potrebbero essere collegati. Sull’ultimo attacco dinamitardo della scorsa notte, sono invece ancora in corso gli accertamenti sulla matrice del gesto. Al momento non si esclude nessuna pista, nemmeno quella che porta a eventuali regolamenti di conti personali. Il titolare dell’agenzia, infatti, nel 2018 fu accoltellato gravemente da un soggetto del Vesuviano per questioni relative alla sua professione
CRONACA
11 aprile 2025
Santa Maria la Carità. Bomba ad un’auto agenzia, incubo racket: ecco tutti i dettagli dell’inchiesta