Castellammare. Un altro ostacolo da superare per il progetto delle opere a terra di Marina di Stabia. La Conferenza di Servizi che si è riaperta a inizio aprile ha registrato il parere «non favorevole» della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli, guidata dal direttore Mariano Nuzzo. Edifici troppo alti, pochi punti di accesso verso il mare e l’assenza di preventive indagini archeologiche perché – secondo i funzionari del Ministero della Cultura – l’intervento ricade «in area di altissimo interesse archeologico, nell’area dell’antica città di Stabia»: sono questi i motivi che hanno spinto la Soprintendenza a non rilasciare il parere favorevole. Al di là del fatto che il litorale a nord di Castellammare possa essere interessato o meno da rinvenimenti archeologici – risulterebbe una novità -, la Soprintendenza ricorda che quell’area è vincolata dal Put della Costiera sorrentino-amalfitana. I funzionari del Ministero avevano già formulato delle prescrizioni. In particolare erano state richieste la “verifica dell’altezza massima degli edifici: per contenere l’impatto paesaggistico della nuova porzione urbana e perseguire un organico inserimento nel contesto si richiede che i nuovi edifici non superino in altezza gli edifici presenti lungo l’opposta cortina di via De Gasperi. La demolizione dei capannoni esistenti deve conseguire compiutamente l’annullamento dell’effetto muro oggi esistente». E ancora l’adozione «di soluzioni compositive tese a migliorare l’accessibilità del pubblico e la permeabilità del complesso: così come predisposto per il fronte strada delle strutture extralberghiere si chiede di prevedere aperture/spazi accessibili nel basamento/piastra del Residence Hotel, così da poter definire, sia dal lato delle strutture extra alberghiere che da quello del mercato del mare, due slarghi urbani dotati di funzioni ricettive». Nonostante le modifiche apportate al progetto, però, queste prescrizioni non sarebbero state superate. La Soprintendenza, infatti, motiva il suo parere non favorevole scrivendo: «In merito al contenimento dell’impatto paesaggistico, sebbene sia stata ridimensionata l’altezza di alcuni edifici, tale diminuzione non ha interessato tutti i fabbricati previsti nell’ambito 1 (quello turistico-ricettivo). In particolare si evince una quota di copertura di 21,22 metri, maggiore rispetto alla quota della cortina opposta, che si attesta a circa 18 metri». E ancora dal punto di vista dell’accessibilità e permeabilità pubblica del complesso, secondo la Soprintendenza «le scelte progettuali limitano al solo 30 per cento la fruibilità dell’area da parte di tutti». In sostanza per i funzionari del Ministero «le soluzioni progettuali proposte non riescono a contenere in modo soddisfacente l’impatto paesaggistico e a stabilire la piena coerenza con il contesto». Un parere che ora costringerà Marina di Stabia a rivedere il progetto per le opere a terra, che prevede la trasformazione dei capannoni industriali dismessi in tre ambiti: le residenze del Marine, destinato ai diportisti per un massimo di 90 giorni all’anno; l’albergo e il residence, per svolgere attività ricettiva; il polo commerciale destinato a botteghe e artigiani.
CRONACA
10 aprile 2025
Castellammare. Opere a terra Marina di Stabia, la Soprintendenza dice “no” al progetto