Nel cuore antico di Sorrento, proprio di fronte alla cattedrale, un frammento del passato è tornato alla luce. Una colonna, massiccia e compatta, nascosta da secoli sotto uno dei pilastri in muratur...
Nel cuore antico di Sorrento, proprio di fronte alla cattedrale, un frammento del passato è tornato alla luce. Una colonna, massiccia e compatta, nascosta da secoli sotto uno dei pilastri in muratura che sorreggono le arcate del portico di accesso al palazzo arcivescovile, ha rivelato la propria identità durante un saggio esplorativo: non un semplice elemento portante, ma una possibile testimonianza architettonica del quadriportico romanico che un tempo precedeva il Duomo di Sorrento. Il ritrovamento, avvenuto su richiesta dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi e autorizzato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici nella persona del funzionario architetto Brunella Como, rappresenta un piccolo ma significativo passo nel recupero della memoria storica della città. Le caratteristiche strutturali osservate – in particolare la forma arrotondata e la materia marmorea – richiamano senza dubbio quelle di una colonna di spoglio, ovvero riutilizzata da un edificio più antico. Un indizio che, come spesso accade in archeologia e storia dell’arte, apre nuove strade alla ricerca e alla conoscenza. Il rinvenimento conferma le ipotesi avanzate da tempo dai direttori dell’Archivio e della Biblioteca Diocesani, dott. Stefano Limpido e dott. Michele Fiorentino, che da anni, attraverso lo studio di fonti, documenti e rilievi architettonici, sostenevano l’idea dell’esistenza, in quell’area, di strutture medievali appartenenti al quadriportico dell’antica cattedrale romanica. Secondo i due studiosi sorrentini, la scoperta rappresenta solo il primo passo: gran parte del lato orientale dell’atrio antistante la cattedrale risulta oggi inglobato sotto intonaci e murature, frutto di rimaneggiamenti avvenuti nei secoli. Ed è proprio lì che si concentrano le speranze di ulteriori scoperte: altre colonne, basi o capitelli potrebbero essere celati dietro la pelle delle architetture attuali. Lo scenario che si delinea, sulla scorta anche di confronti con analoghe strutture del sud Italia – come il quadriportico del Duomo di Salerno – è quello di un ampio spazio delimitato da un ambulacro su quattro lati, con archi a tutto sesto sorretti da colonne antiche, collocabile cronologicamente tra la fine dell’XI secolo e i primi anni del XII, periodo che precede la riconsacrazione della cattedrale ai Santi Filippo e Giacomo, avvenuta il 16 marzo 1113. Una data, quest’ultima, che segna un momento cardine nella storia religiosa e urbana di Sorrento. Oggi, a distanza di oltre nove secoli, il passato sembra voler riaffiorare con discrezione, offrendoci un’occasione unica per rileggere l’assetto originario di uno dei luoghi più simbolici della città. Non si tratta solo di un ritrovamento archeologico, ma di un invito alla riscoperta di ciò che è nascosto, alla valorizzazione del patrimonio culturale come strumento di identità e consapevolezza. Un invito che Sorrento, ancora una volta, accoglie con rispetto, curiosità e passione.