“Ad Oplontis è Primavera”: studenti e associazioni animano la cultura e il turismo a Torre Annunziata. Un tuffo nel passato, tra toghe romane e versi latini, per riscoprire il cuore antico di Torre Annunziata. È questo lo spirito che ha animato l’iniziativa “Ad Oplontis è Primavera”, andata in scena sabato mattina grazie all’impegno sinergico tra Comune, scuole e associazioni culturali. Un evento che ha saputo coniugare storia, arte e partecipazione giovanile, trasformando la città in un palcoscenico a cielo aperto e ribadendo con forza che la cultura può – e deve – essere motore di sviluppo turistico. Promosso dall’assessorato al turismo, guidato da Alfonso Ascione, e da quello alla cultura, con Lina Nappo in prima linea, l’appuntamento ha visto protagonisti gli studenti degli istituti superiori, impegnati a rievocare l’antica Oplonti. Abiti d’epoca e atmosfere romane hanno colorato la stazione della Circumvesuviana, dove i viaggiatori sono stati accolti da giovani figuranti in costume, offrendo uno spettacolo coinvolgente e fuori dall’ordinario. La seconda parte dell’evento si è svolta nella suggestiva cornice della Villa di Poppea, uno dei gioielli archeologici e di straordinario valore, dove è stato inscenato un matrimonio romano, accompagnato dalla recitazione di poesie latine dedicate all’amore e alla figura femminile nell’antichità. Un momento evocativo che ha emozionato il pubblico e sottolineato la potenza narrativa dei luoghi storici vissuti in chiave esperienziale. Fondamentale, in questo percorso, il protocollo d’intesa con Eav, che ha portato alla creazione di una campagna promozionale a sostegno della Villa. Tra le azioni previste: interventi di decoro urbano attorno alla stazione e la prossima distribuzione di 10mila biglietti Eav con le immagini della Villa e lo slogan “Visit Oplontis”. Un’iniziativa che mira a intercettare i flussi turistici provenienti da Napoli, grazie anche alla collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei, diretto da Gabriel Zuchtriegel, e con la presidenza Eav di Umberto De Gregorio. Antonio Di Martino