La guerra dei dazi alimenta le preoccupazioni delle aziende italiane, soprattutto di quelle che sono impegnate nella produzione di beni di qualità. Tra i comparti che rischiano di più sicuramente quello del vino, soprattutto quello prodotto alle falde del Vesuvio.
Ciro Giordano è il presidente del consorzio vini del Vesuvio: le notizie che arrivano dagli Stati Uniti non sono positive per voi.
«Certamente non abbiamo preso con positività l’introduzione dell’aumento dei dazi per l’Europa perché gli Usa hanno un peso specifico sulla nostra produzione. Il 30% della produzione dei vini del Vesuvio vanno in America e il flusso turistico che arriva sul territorio grazie anche all’incoming delle aziende aumenta la nostra visibilità».
Le prime conseguenze per voi quali sono state?
«Con l’annuncio dei dazi gli importatori hanno bloccato i carichi per capire prima di cosa si trattasse, per valutare poi percentuali e importi. Ora stiamo attendendo».
Siete più preoccupati o più fiduciosi?
«Io dico che, al di là di ogni polemica e della vicenda dazi imposta da Trump, c’è una cosa fondamentale su cui siamo forti. Il brand Vesuvio non ce lo toglie nessuno. Non possiamo pensare di sparire dal mercato americano, la forza del nostro vino viene sicuramente fuori».
Recentemente un noto produttore di vini italiano, che esporta molto anche in America ha fatto dichiarazioni controcorrente: il vino è un prodotto di qualità, chi ne è amante non si farà fermare degli aumenti. Lei è d’accordo?
«Sono d’accordo. Siamo una produzione di nicchia. Pensate che tutto il Vesuvio produce due milioni di bottiglie con denominazione dop legata alla bocca del vulcano. Quindi parliamo di poche bottiglie, ma di altissima qualità. Ovviamente ci sarà qualche riorganizzazione sui quantitativi per il primo periodo, ma pensiamo che sul medio e lungo periodo si tornerà alla normalità».
Sicuramente si parlerà di dazi anche nella prossima edizione del Vinitaly che è un momento importante di confronto della categoria.
«Certo, questa cosa viene a cavallo col Vinitaly: in questo modo a Verona si parlerà della questione e riorganizzeremo le strategie commerciali. Ripeto, noi speriamo che tutto torni alla normalità».
La risposta della politica, secondo voi quale deve essere?
«Io spero in un tentativo di dialogo perché i dazi ritorsivi innescano una guerra commerciale che non fa bene né a noi né a loro. Speriamo in un dialogo tra America e Italia per trovare una strada comune per riprendere i flussi commerciali tradizionali».
Venerdì scorso il Governatore Vincenzo De Luca ha parlato della questione. Si è detto preoccupato per il danno da mezzo miliardo di euro. Ma si è detto anche pronto ad aiutare le imprese campane.
«Diciamo che la regione negli anni ci ha appoggiato con il sostegno economico nell’internazionalizzazione dei marchi di tutela nelle fiere internazionali,. Incrementare queste attività di promozione, innalzando il valore delle nostre denominazioni, aiuterebbe ad assorbire su questi mercati un piccolo innalzamento del prezzo. E siamo certi che il Governo regionale, come ha fatto fino ad oggi, ci aiuterà. Ovviamente non ci aspettiamo che vi sia compensazione dei dazi, non si possono prevedere queste cifre. Noi siamo fiduciosi per l’unicità del brand e per l a particolarità del nostro prodotto. Questa è la base da cui ripartire sicuramente».