Torre del Greco. Frenate e ritardi per le integrazioni richieste dalla Regione Campania per il piano di zona relativo alle annualità 2022 e 2023: nuova bufera sul settore welfare del Comune. E al centro delle polemiche finisce nuovamente l’assessore «a mezzo servizio» Mariateresa Sorrentino, esponente della lista civica Per all’interno dell’esecutivo guidato dal sindaco Luigi Mennella. La vicenda – già discussa in diverse sedute della commissione trasparenza di palazzo Baronale, su input del «soldato» Luigi Caldarola – riguarda il «piano-fantasma» per la programmazione e l’organizzazione di tutta la rete dei servizi destinati alle fasce deboli del territorio.
Ma, tra un taglio del nastro e un selfie a uso e consumo dei social, la coalizione a trazione Pd-M5S uscita vincitrice dalle ultime elezioni rischia di perdere ulteriore terreno (e fondi). Tutto nasce, come ricostruito dall’opposizione in consiglio comunale, da una nota inviata in Comune lo scorso 7 febbraio dalla Regione Campania relativa a una serie di integrazioni per ottenere lo sblocco di circa 10 milioni di fondi per le politiche sociali. Una vera e propria manna dal cielo per il welfare all’ombra del Vesuvio, subito finita sotto i riflettori del coordinamento istituzionale per i necessari provvedimenti del caso. Ma la riunione-chiave per avviare le procedure per lo sblocco dei fondi è stata rinviata in diverse occasioni nell’ultimo mese e mezzo per concomitanti «impegni politici» dell’assessore alle politiche sociali.
L’ultima frenata a metà marzo, quando la referente in giunta della professoressa Pina Di Donna – unica rappresentante della lista civica Per in consiglio comunale – partecipò, in qualità di delegata alla pubblica istruzione, al convegno «Lo Stato vince sempre» promosso dall’istituto comprensivo Giampietro Romano all’interno del multisala Corallo con la partecipazione del magistrato Catello Maresca. Ma l’impegno con le scuole dell’assessore alle politiche sociali provocò un (ulteriore) rinvio del coordinamento istituzionale convocato alla presenza dei rappresentati della Asl Napoli 3 Sud con conseguenti ritardi nell’approvazione da parte della Regione Campania.
Successivamente il Comune ha chiesto all’ente di palazzo Santa Lucia una proroga per l’invio delle integrazioni, ma – fino a oggi – non risulta sia stata accettata. Insomma, l’ennesimo giallo su cui ora la minoranza vuole fare piena luce per accertare se – dietro il solito «paravento» delle carenze d’organico nel settore e della mancanza di personale – non si nascondano, invece, precise responsabilità politiche.
D’altronde, come emerso durante l’ultimo confronto in commissione trasparenza presieduta da Luigi Mele, il quadro complessivo del welfare è disastroso: mancano i soldi per i Centri Famiglia e il Centro anti-violenza «caldeggiato» dal Pd e gli stessi soldi per garantire l’assistenza domiciliare agli anziani e ai disabili potrebbero presto iniziare a scarseggiate.
Infatti, il bilancio 2025 aveva previsto un forte taglio di risorse per il settore politiche sociali – un «risparmio» di circa un milione di euro sulle spese per le fasce deboli – con buona pace dei fondi necessari a dare continuità alle attività, come richiesto dal dirigente Gennaro Alessandro Borrelli. Ora, all’indomani delle riunioni saltate per gli «impegni politici» della delegata al welfare, la corsa ai ripari sotto forma di richiesta alla Regione Campania di posticipare la data di scadenza per l’approvazione del piano sociale di zona.
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