Diffamazione sui social ai genitori di Alessandro Cascone, il ragazzo 13enne tormentato dai bulli che decise di suicidarsi nel settembre del 2022, finisce a processo un carabiniere. «Un ragazzino si ...
Diffamazione sui social ai genitori di Alessandro Cascone, il ragazzo 13enne tormentato dai bulli che decise di suicidarsi nel settembre del 2022, finisce a processo un carabiniere. «Un ragazzino si suicida e psicoterapeutici sproloquiano in tv sul fatto che le parole sono armi e che c’entra il bullismo… senza pensare che se allevi conigli non puoi pretendere leoni… e che magari la colpa è quindi di chi non ha saputo far crescere adeguatamente quel ragazzino… il problema con un bullo si risolve, da sempre, dimostrandogli che non hai paura di lui…”. Sono le frasi incriminate, poi cancellate, che A.B., istruttore coordinatore delle Attività Sportive della Scuola Ufficiale dei Carabinieri che scrisse questa frase e la pubblicò sul proprio profilo Linkedin per commentare la morte di Alessandro Cascone.Parole che suscitarono immediata indignazione, sia tra i cittadini che tra le istituzioni. L’Arma dei Carabinieri si dissociò immediatamente dalle affermazioni dell’ufficiale, avviando nei suoi confronti un procedimento disciplinare. Ora, a distanza di oltre due anni dalla tragedia, il militare dovrà rispondere in aula delle sue dichiarazioni. Il gip del tribunale di Torre Annunziata ha dato il suo placet alla richiesta di rinvio a giudizio dell’accusa con la prima udienza che vede alla sbarra un carabiniere che si celebrerà il prossimo autunno al tribunale di Roma. L’accusa è di diffamazione per mezzo social con il carabiniere che, secondo la tesi dell’accusa, scrisse sul suo profilo Linkedin la frase shock. Convocati all’udienza anche i genitori di Alex, Nello e Katia Cascone- assistiti dagli avvocati Mario D’Apuzzo e Emilio Longobardi- come parti offese. La storia drammatica del piccolo Alessandro ha riacceso l’attenzione nazionale sul tema del bullismo e del cyberbullismo. I genitori di Alessandro, non chiudendosi nel proprio dolore, da ormai tre anni stanno raccontando a bambini, ragazzi, ai loro genitori e gli insegnanti, in numerose iniziative la storia del figlio, un bambino strappato alla vita perché tormentato dai bulli. Per la tragedia del primo settembre 2022, per il momento ci sono a processo 3 minorenni accusati di stalking, mentre la Procura di Torre Annunziata ha chiesto l’archiviazione per 3 maggiorenni, decisione alla quale i genitori si sono opposti, ottenendo la fissazione dell’udienza camerale dinanzi al gup Emanuela Cozzitorto per la fine di aprile. Alessandro si tolse la vita perchè era turbato da alcuni episodi di bullismo e cyberbullismo ma, secondo i genitori, a far precipitare la situazione era stato uno scambio di messaggi avvenuto nei giorni e nelle ore precedenti ai fatti, vicenda per la quale potrebbe aver avuto un ruolo anche una 40enne, madre della fidanzatina del 13enne. Attorno a questa tesi ruota l’opposizione all’archiviazione che sarà discussa a fine aprile. Mdf