Torre del Greco. Il centro anti-violenza è un «argomento caro» all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi Mennella, ma oggi mancano i fondi per la sua realizzazione sul territorio. È...
Torre del Greco. Il centro anti-violenza è un «argomento caro» all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi Mennella, ma oggi mancano i fondi per la sua realizzazione sul territorio. È la prima risposta dell’assessore alle politiche sociali Mariateresa Sorrentino alle perplessità espresse dall’opposizione di palazzo Baronale in merito alla proposta-spot lanciata alla vigilia dell’ultima festa delle donne dal gruppo locale del Pd. A un mese esatto dalla nota firmata dal «soldato» Luigi Caldarola e a 48 ore dal sollecito dello stesso esponente della minoranza, l’esponente di Per all’interno dell’esecutivo cittadino rompe finalmente il silenzio per (provare a) chiarire gli ennesimi dubbi sul «funzionamento» delle politiche sociali all’ombra del Vesuvio.
Obiettivo Cav
Relativamente alla crociata del gruppo locale del Pd per istituire a Torre del Greco – in scia ai modelli già realizzati in diverse città della provincia sud di Napoli – un centro anti-violenza comunale, l’assessore ribadisce come «il tema del contrasto al fenomeno della violenza sulle donne sollecita profondamente la mia sensibilità e interesse – si legge nella nota di riscontro a scoppio ritardato – vista la formazione e le esperienze professionali sul tema». Non solo. A dispetto della mancanza di qualsiasi accenno al Cav durante il primo anno e mezzo di mandato a palazzo Baronale «l’argomento è caro a tutta l’amministrazione comunale – prosegue Mariateresa Sorrentino – che si è espressa a favore della sua realizzazione, approvando le schede per la valutazione della performance all’interno del piano integrato di attività e organizzazione 2025-2027». Una conferma indiretta della perdita dei finanziamenti erogati dalla Regione Campania per il 2024, come prospettato dall’esponente dell’opposizione.
Il piano sociale
E se per il centro anti-violenza c’è la speranza di realizzazione entro il 2027, resta irrisolta la questione dei piani di zona 2022 e 2023. «Tenuto conto che la presidente dell’ambito non è in capo a chi scrive – la «risposta» dell’assessore alle politiche sociali alla richiesta di Luigi Caldarola – posso informarla che sono in corso interlocuzioni con gli uffici regionali di competenza per il caricamento delle schede e successive approvazioni». Una circostanza certificata da una controversa nota della coordinatrice dell’ufficio di piano – responsabile delle procedure amministrative e di gestione – secondo cui «appare evidente che il piano di zona sia un atto di programmazione di tipo organizzativo e finanziario e che, sulla base del regolamento comunale, tale compito è specifico del coordinamento istituzionale».
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