Scende dall’auto assieme ai suoi genitori, ai suoi fratelli e si guarda attorno nel parcheggio riservato al settore ospiti dello stadio di Cesena. Indossa la maglia della Juve Stabia, tra le mani stringe un megafono dove sono attaccati gli stickers degli ultras. Si rende conto che ci sono già centinaia di tifosi arrivati da Castellammare e anche se manca un’ora all’inizio della partita decide che è già il momento di lanciare un coro e accendere il tifo. Così, per scaldare l’ambiente inizia a cantare: «Gli stabiesi sono qua, non importa dove lo Stabia giocherà, gli stabiesi sono qua». La sua voce dolce rompe un momento di sostanziale silenzio, il suo entusiasmo diventa contagioso, qualcuno comincia a canticchiare assieme a lui e persino agli agenti di polizia e agli steward in servizio all’Orogel Stadium di Cesena scappa un sorriso affettuoso. Sì, perché Andrea Tremondi ha appena 10 anni, emana felicità e trasmette una passione vera, forte, sana, per la sua squadra del cuore: la Juve Stabia. I tifosi arrivati da Castellammare lo conoscono già. Assieme a papà Ciro, mamma Michela, il suo gemello Giuseppe e il fratellino Alfredo ha già partecipato a tantissime trasferte.
Al Menti ha il suo posto in tribuna scoperta. «Non riesco mai a tenerlo fermo, lui va dove c’è un gruppo di amici che si sistema poco distante dal settore ospiti, perché deve cantare», racconta papà Ciro, titolare di un negozio in corso Vittorio Emanuele a Castellammare. I suoi figli sono tutti tifosissimi della Juve Stabia, ma Andrea – che frequenta la quarta elementare della scuola Denza, al rione Annunziatella – è un vero trascinatore. Basta vedere cosa accade nel settore ospiti dello stadio di Cesena, appena entra in azione. Manca ancora mezz’ora all’inizio della partita, gli ultras ancora non sono entrati, ma ci sono già 4-500 tifosi e qualcuno sta sistemando i drappi. Andrea si porta verso la balaustra, avvicina il megafono alla bocca e dà voce: «Amore mio dai non essere gelosa, se lo Stabia l’amo più di te». Impossibile resistere a quel ragazzino dal sorriso meraviglioso, così l’intero settore ospiti comincia a cantare. Lui ci prende gusto e lancia un nuovo coro, e un altro ancora, diventando il leader indiscusso della tifoseria stabiese giunta a Cesena per sostenere la squadra di mister Guido Pagliuca. «Questo è già il secondo megafono che ho dovuto comprargli, perché il primo lo ha distrutto», racconta papà Ciro che sui gradoni del Romeo Menti ci è cresciuto fin da bambino e ora sta trasmettendo la stessa passione ai suoi figli. «Conoscono tutti i cori e non vogliono perdersi una partita – continua Ciro – Ormai per me è diventato impossibile andare allo stadio da solo, sia in casa che in trasferta».
Tanto più quest’anno, con una squadra che sta facendo sognare un’intera tifoseria. «Il calciatore preferito di Andrea è Cristian Andreoni – racconta il papà – Da quando l’anno scorso gli ha regalato la maglia è diventato il suo idolo». Un gesto, quello del terzino della Juve Stabia, che ha reso felice un ragazzino che vive una passione forte per la squadra della sua città. Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio, basterebbe vederlo nei tanti video registrati dai tifosi della Juve Stabia all’uscita dallo stadio di Cesena, al termine della partita. Centinaia di tifosi sono accalcati nell’area di prefiltraggio nell’attesa che vengano aperti i cancelli che separano dal parcheggio. Andrea, assieme alla sua famiglia, guarda tutti dall’alto di un ballatoio della scala che porta al secondo anello del settore ospiti, in attesa che si sfolli un po’. Decide che quel tempo di attesa non può essere sprecato, bisogna lanciare un ultimo coro: «Eh, Juve Stabia alé, Juve Stabia alé, non fermarti mai, non fermati mai, non fermarti mai». E tutti ricominciano a seguirlo a squarciagola, trascinati da un ragazzino di appena 10 anni capace di cantare per tre ore di fila. Senza fermarsi mai.