Sette allontanamenti in 3 mesi dalle zone indicate dalla prefettura di Napoli come strategiche per il mantenimento dell’ordine pubblico. E’ questo il report a Castellammare di Stabia dall’introd...
Sette allontanamenti in 3 mesi dalle zone indicate dalla prefettura di Napoli come strategiche per il mantenimento dell’ordine pubblico. E’ questo il report a Castellammare di Stabia dall’introduzione del prefetto di Napoli Michele di Bari del provvedimento che consente alle forze dell’ordine di allontanare i soggetti pregiudicati in stato di agitazione o dalla segnalazione dei cittadini. Uno strumento che, almeno sulla carta dovrebbe garantire maggiore sicurezza nelle zone indicate dalla prefettura: la villa comunale e il centro antico. Ma ad oggi, e va detto, i risultati non sono così evidenti e non certo per l’inefficienza delle forze dell’ordine. I soli sette allentamenti, parliamo praticamente di uno ogni 15 giorni, raccontano un pò quella che è l’efficacia e allo stesso tempo il limite del provvedimento. Da una parte i cittadini hanno uno strumento in più per allontanare soggetti pericolosi, ma dall’altra c’è la questione che impone la discrezione delle forze dell’ordine per allontanare effettivamente il soggetto che deve trovarsi, quanto meno, in un potenziale stato di agitazione. Da un’altra visione va anche detto che il numero basso di allentamenti potrebbe andare di pari passo anche alla bassa affluenza in villa comunale, che nei mesi invernali è notevolmente più bassa rispetto all’estate, periodo in cui aumentano anche i flussi turistici. Anche per questo il vero test di prova della «zona rossa» saranno i prossimi 3 mesi, durante i quali aumenterà l’affluenza di persone sia al centro antico che in villa comunale. Per ora, in ogni caso, ci si può limitare ad una analisi di quello che è accaduto in questi primi tre mesi. Nonostante l’entrata in vigore del provvedimento, ci sono stati due fatti che hanno fatto finire Castellammare anche sulle cronache nazionali. Il primo, in ordine cronologico, è stata la festa abusiva per la scarcerazione del ras Luciano Verdoliva. L’uomo, ritenuto personaggio di spicco del clan D’Alessandro di Scanzano e titolare di un noto ristorante di pesce in villa comunale, fu accolto la sera della sua scarcerazione da una trentina di persone all’esterno della sua attività con tanto di fuochi pirotecnici. Il ras fu assolto quel pomeriggio dall’accusa dell’omicidio di camorra del 2005 di Carmine Paolino maturata dopo la ritrattazione in aula del collaboratore di giustizia Ciro Sovereto. L’altro episodio fu quello dell’invstimento a piazza Umberto I, cuore della zona rossa, di un’agente della polizia municipale. La donna, intenta a multare un uomo proveniente da Napoli, poi risultato anche pregiudicato, ha dovuto subire la reazione di rabbia di quest’ultimo che scappando la investì causandogli la rottura di un dito della mano. Va anche detto che nel week end le attività delle forze dell’ordine si sono intensificate con l’emissione di un numero elevato, rispetto al passato, di multe per mancanza di patente e assicurazioni, e per altre violazioni del codice della strada. Invece nel centro antico si stanno concentrando le attività antidroga per ricostruire i nuovi equilibri criminali nei roni del centro storico, con un occhio di riguardo a quelli di Santa Caterina e dell’Acqua della Madonna. Tutte attività di routine, preziose, ma sconnesse dall’istituzione della zona rossa che ai cittadini, fino a questo momento, non ha mai dato la sensazione di incremento della sicurezza.