Torre del Greco. Prima l’aggressione e le botte nello storico santuario della camorra all’ombra del Vesuvio, poi una «scorribanda criminale» a due passi dalla zona porta: ci sarebbe lo scontro t...
Torre del Greco. Prima l’aggressione e le botte nello storico santuario della camorra all’ombra del Vesuvio, poi una «scorribanda criminale» a due passi dalla zona porta: ci sarebbe lo scontro tra due gruppi malavitosi – legati agli eredi di due boss – dietro l’escalation di violenza registrata all’ombra del Vesuvio e capace di scatenare il terrore tra piazza Luigi Palomba e via Fontana. E’ la principale ipotesi al vaglio degli investigatori, impegnati a dare un volto e un nome ai responsabili della maxi-rissa andata in scena a metà settimana in via Piscopia e della successiva incursione – in sella a diversi scooter, con le armi bene in vista – all’interno dell’ex fortino del clan Falanga. Due episodi di chiaro stampo camorristico, ma provocati – la pista, al momento, battuta dagli uomini in divisa – da una banale lite in strada.
La prima ricostruzione
In particolare, gli agenti del locale commissariato di polizia hanno acceso i riflettori sulla brutale aggressione avvenuta tra vico Annunziata – ‘o vic re capre, com’è conosciuto in gergo – e via Piscopia. Dove un lieve incidente in scooter avrebbe acceso una miccia dalle imprevedibili conseguenze: una maxi-rissa in cui sarebbe spuntata anche una pistola e in cui avrebbe avuto la peggio – sotto la minaccia delle armi – un pezzo da Novanta della criminalità di Torre del Greco. La risposta non si è fatta attendere: a meno di 24 ore di distanza, l’ex fortino del clan Falanga tra via Fontana e corso Garibaldi sarebbe stato oggetto di un’incursione in scooter con armin bene in vista. Insomma, livelli di tensione mai toccati nel recente passato della camorra all’ombra del Vesuvio.
Caccia ai filmati
Finora le indagini delle forze dell’ordine si sono concentrate sull’esatta ricostruzione dei due episodi. Scartata l’ipotesi del movente passionale ipotizzato in un primo momento, le attenzioni degli investigatori si sono concentrate sulla lite sfuggita al controllo: una pista confermata dalle voci raccolte in strada, ma – fino a oggi – senza conferme definitive. Non a caso, gli investigatori sono a caccia di eventuali filmati registrati da impianti di videosorveglianza pubblici o privati in grado di fare piena luce sul doppio raid. Sempre al vaglio degli uomini in divisa, poi, eventuali collegamenti con l’agguato a colpi di pistola di inizio 2025. Quando ignoti esplosero una scarica di piombo contro l’abitazione di un soldato del clan Falanga per poi sparire nel buio.
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