Casal di Principe. “Gli accoltellamenti tra i giovani sono la sintesi della non presenza della famiglia. Non possiamo infatti pensare che ad ogni angolo vi sia un’auto delle forze dell’ordine, non ci sono soldi e i loro organici sono già scoperti”. Così il procuratore di Napoli Nicola Gratteri ha risposto ad una domanda di Gianluca Natale, dell’associazione di giovani CasaleLab, che dal 2016 è impegnata nel sociale e cerca di parlare proprio ai giovani su temi come il bullismo, la criminalità e la legalità, ma tra tante difficoltà.
“A Casal di Principe – lo sfogo di Natale – ci siamo riscattati dalla camorra, ormai tra i giovani c’è coscienza civica, invitiamo persone autorevoli e importanti come lei, eppure non riusciamo a coinvolgere nella vita comunitaria i più giovani, gli adolescenti, cui non riusciamo a far capire cosa vuol dire essere cittadini”. Per il procuratore il problema sono soprattutto i genitori di questi ragazzi, “genitori 50enni – evidenzia – che pensano di essere istruiti perché stanno sempre su internet, che vogliono interferire nella vita scolastica andando a spiegare ai docenti come si insegna, andando a contestare i voti negativi presi dai figli. E anche le riforme delle scuole sono sbagliate perché per placare deficienze strutturali del mondo dell’istruzione, penso anche ai bassi stipendi degli insegnanti, cercano di far entrare sempre più i genitori nella gestione delle scuole. Quello che stiamo vivendo – aggiunge Gratteri – è momento grande difficoltà; in Italia siamo tuttologi, commissari tecnici e giudici, mentre tutti dovremmo tornare a fare ciò per cui siamo pagati, senza la presunzione di pensare di sapere tutto; inoltre dobbiamo impegnarci di più nel sociale e occupare quegli spazi lasciati vuoti dalla criminalità”.
Rivolgendosi poi agli studenti, Gratteri ha detto che “la criminalità giovanile si previene con lo studio. Dovete studiare tanto per diventare un’eccellenza, e provare i concorsi, dove ci sono i raccomandati ma un 20-30% dei posti è per i figli di nessuno, come me. Mio padre ha fatto la quinta elementare, mia madre la terza, eppure io e i miei fratelli ci siamo affermati”.
“Voi – sottolinea Gratteri – siete la generazione che non ha soldi ma che consumate di più, ogni sabato uscite per mangiare una pizza, e già qui potete fare una scelta di campo contro la criminalità tra il locale gestito dalla camorra e quello dove il clan non c’entra nulla. Ma la differenza per voi la fa lo studio; già dalle elementari dovete studiare con impegno e preparare i concorsi, e dovete sapere che da Roma in su è piena di luminari della medicina, del mondo universitario, che sono figli di muratori, contadini, falegnami, carpentieri, che hanno studiato 10 ore al giorno da quando erano piccoli; si sono allenati allo studio e hanno superato i concorsi. Certo poi vedi a Napoli alle 10 di sera frotte di ragazzini in giro. Ma che ci fate mi chiedo, i genitori dove sono, e se a 10 anni il ragazzo gira già per Napoli, a 15 non lo tieni più, ci vorranno le catene, e sarà materiale per la camorra. I genitori oggi fanno troppo gli amici con i figli, ma bisogna dare loro delle regole, e dire loro dei ‘no’ motivandoli”.