Ci sono vicende di natura urbanistica che sembrano congelate nel tempo, vicende burocratiche e giudiziarie che si trascinano per anni, lasciando nel frattempo sul territorio le tracce evidenti di un�...
Ci sono vicende di natura urbanistica che sembrano congelate nel tempo, vicende burocratiche e giudiziarie che si trascinano per anni, lasciando nel frattempo sul territorio le tracce evidenti di un’irregolarità mai sanata. A Pompei, una di queste si avvia finalmente verso una conclusione concreta. Dopo diciannove anni da una sentenza di condanna definitiva, il Comune ha avviato la procedura per la demolizione di un manufatto abusivo in via Arpaia. Si tratta di una pratica che è stata oggetto di solleciti da parte della Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Napoli. Con una recente determinazione firmata dal settore tecnico, l’amministrazione ha disposto una nuova anticipazione di 51.498 euro per l’intervento, da sommare ai 66.739 euro già stanziati. Il totale dell’operazione supera dunque i 118mila euro, tutti finanziati attraverso il fondo rotativo per le demolizioni, previsto dal decreto-legge 269/2003 e gestito dalla Cassa depositi e prestiti. Una linea di finanziamento specifica, pensata proprio per aiutare i Comuni a sostenere i costi delle demolizioni di opere abusive in assenza di fondi propri, purché si garantisca la restituzione delle somme attraverso le entrate comunali. La decisione è arrivata dopo la redazione e l’aggiornamento del progetto esecutivo, affidato a un tecnico incaricato, che ha ridefinito le stime economiche e consentito l’avvio delle procedure operative. Non si tratta di un semplice intervento edilizio, ma dell’attuazione concreta di un principio giuridico, quello della certezza del diritto e della tutela dell’assetto urbanistico. Un’operazione di questo tipo, in una città come Pompei, assume un valore simbolico importante. La città è ogni giorno osservata da migliaia di turisti e studiosi provenienti da tutto il mondo, è un’icona di legalità e tutela del patrimonio, e ogni suo spazio – anche quello fuori dal circuito archeologico – merita attenzione e rispetto. Demolire un immobile abusivo dopo quasi vent’anni non è solo il compimento di un iter giudiziario: è un messaggio che ribadisce la volontà dell’amministrazione di riprendere il controllo del territorio e di contrastare ogni forma di illegalità diffusa. In parallelo, sempre sul fronte della legalità edilizia, il Comune ha adottato in questi giorni anche un’ordinanza di sospensione lavori in un’area non lontana dal Parco archeologico. Si tratta di un provvedimento cautelativo, finalizzato a verificare la legittimità dei titoli edilizi presentati per l’avvio di un cantiere. L’atto non contiene accuse né presuppone irregolarità accertate, ma si inserisce in una logica di attenzione preventiva su tutte le attività edilizie nelle zone più sensibili, in particolare quelle adiacenti agli Scavi, patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco. Queste due vicende, pur diverse per natura e sviluppo, raccontano di una strategia che sembra prendere forma: Pompei non intende voltarsi dall’altra parte. L’amministrazione comunale punta a rafforzare il controllo del territorio, a garantire l’applicazione della legge e a preservare l’identità urbanistica della città. In attesa dell’intervento esecutivo, il Comune completerà ora tutte le comunicazioni formali previste dal contratto e procederà con gli ultimi adempimenti tecnici.