E’ da mesi che ormai cerca un contatto con i servizi sociali per risolvere una problematica insignificante rispetto a tutto quello che ha dovuto affrontare. Paolo Mazzega, 38 anni, ieri mattina si �...
E’ da mesi che ormai cerca un contatto con i servizi sociali per risolvere una problematica insignificante rispetto a tutto quello che ha dovuto affrontare. Paolo Mazzega, 38 anni, ieri mattina si è presentato all’esterno dei locali a Sant’Antonio Abate che ospita l’ambito 32 dei servizi sociali, quello che ogni mese gli eroga un assegno che gli permette di mantenersi e soprattutto di pagare in parte quello che è relativo alla sua assistenza. O almeno così dovrebbe essere. L’Ambito infatti, da qualche tempo non lo paga regolarmente mandando le sue finanze, già precarie, in difficoltà. L’assegno gli arriva una volta all’anno, mai in maniera irregolare, e quello che lui chiede è che semplicemente gli venga erogato ogni mese, come peraltro dovrebbe essere.
Paolo, residente a Gragnano, dall’età di 15 anni è costretto a stare sulla sedie a rotelle. Nel 2001 ha avuto un tragico incidente mentre viaggiava sul suo motorino. Un auto l’ha travolto e nella caduta sbattè la testa. Paolo si è poi svegliato diversi giorni dopo in un letto di ospedale con la sua vita che era cambiata per sempre. Ha una disabilità del 100%, non avendo sensibilità al di sotto delle spalle. Una situazione tragica ma che non gli ha mai tolto il sorriso e la voglia di lottare per la sua dignità. La stessa che ieri l’ha portato all’esterno degli uffici dei servizi sociali per chiedere quella che gli spetta di diritto. «Vorrei solo che questo sussidio mi sia erogato mensilmente, ogni volta devo andare a parlare con tantissime persone in posti diversi per capire quando mi arriveranno i soldi», dice Paolo accennando un sorriso e dicendo:«Per me è difficile muovermi». La sua disabilità è grave ma ormai ha imparato a conviverci. Così ha fatto anche per tutte le difficoltà che affronta quotidianamente: «A volte in questo territorio è difficile anche andare a fare una passeggiata, entrare in un negozio- dice Paolo- mancano zone perdonabili e soprattutto accessibili».
Quello che però non riesce a superare sono le difficoltà economiche: «Dall’ambito percepisco 1200 euro al mese, una badante mi costa 1500 euro e a me, nelle mie condizioni, ne servirebbero due- dice Paolo- quello che dovrebbe essere un sussidio per aiutarmi ad affrontare queste spese in realtà non copre nemmeno un terzo di quello che mi serve per pagare le badanti. E per di più non mi arriva nemmeno ogni mese».
Una situazione, calcolatrice alla mano, disperata. Ma nonostante questo Paolo si sente fortunato: «Penso a tutti quelli che hanno delle difficoltà come me, soprattutto gli anziani e alle persone sole- dice Paolo- le spese diventano insostenibili: tra bollette, spesa e medicine, praticamente in tasca non ti rimane un euro».
Paolo, prima dell’incidente, aveva un sogno: lavorare nella ditta di famiglia e fare il fioraio. Ventiquattro anni dopo è disoccupato, vive da solo con l’aiuto della madre e di una badante a via Castellammare. «Avere questo sussidio mi aiuterebbe perlomeno a gestire meglio la mie finanze e soprattutto a pagare regolarmente la mia badante che peraltro molte volte è costretta a doppi turni per la mia impossibilità di assumere un’altra persona- dice Paolo- sono stanco, vorrei che qualcuno mi aiutasse concretamente a risolvere questo problema».