Torre del Greco. Prima una serie di insulti e minacce, poi una violenta aggressione a calci e pugni. Infine, la canna di una pistola puntata dritta in bocca come «ultimo avvertimento». E’ l’esca...
Torre del Greco. Prima una serie di insulti e minacce, poi una violenta aggressione a calci e pugni. Infine, la canna di una pistola puntata dritta in bocca come «ultimo avvertimento». E’ l’escalation di violenza andata in scena a due passi da piazza Luigi Palomba, cuore del centro antico di Torre del Greco e storica roccaforte della camorra all’ombra del Vesuvio: un raid intimidatorio – capace di scatenare il terrore tra i passanti e i testimoni del pestaggio – ora al vaglio degli agenti del locale commissariato di polizia. Chiamati a dare un nome e un volto ai responsabili della lite in strada e a individuare il movente della brutale aggressione.
Le botte e le armi
Secondo la prima ricostruzione degli uomini in divisa agli ordini del primo dirigente Vincenzo Centoletti, tutto sarebbe iniziato a una manciata di minuti dalle 19 a ridosso tra vico Annunziata – noto come ‘o vico re capre – e via Piscopia, la strada di collegamento tra piazza Luigi Palomba e la centralissima via Roma: i componenti di due differenti famiglie sarebbero venuti a contatto per risolvere una faccenda legata a «vecchie ruggini». La discussione si sarebbe subito accesa e – in pochi minuti – la lite sarebbe sfociata in una vera e propria rissa a calci e pugni. Finché uno dei protagonisti del raid non avrebbe estratto una pistola e puntato l’arma in bocca al principale «rivale». Un avvertimento «estremo» capace di fare scattare l’allarme tra i testimoni del raid, pronti a segnalare la rissa al centralino dell’ex questura di via Sedivola.
La pista passionale
In pochi minuti due pattuglie della squadra volanti della polizia hanno raggiunto piazza Luigi Palomba, ma i protagonisti della rissa avevano già fatto perdere le proprie tracce. La vicenda è stata ricostruita attraverso le prime testimonianze raccolte sul posto, su cui sono in corso i necessari approfondimenti del caso. Al momento, la principale pista al vaglio degli investigatori conduce al «movente passionale» e a vicende personali. In ogni caso, non sono esclusi eventuali collegamenti con l’agguato a colpi di pistola andato in scena a inizio 2025 quando una coppia di sicari in sella a uno scooter esplose una scarica di piombo contro il portone dell’abitazione di uno storico soldato del clan Falanga.
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