Confiscati dal Comune ma occupati abusivamente, scatta il sequestro di un fondo agricolo e di due capannoni occupati abusivamente in via Torretta di Siena. Scoperto inoltre un furto di corrente da 100...
Confiscati dal Comune ma occupati abusivamente, scatta il sequestro di un fondo agricolo e di due capannoni occupati abusivamente in via Torretta di Siena. Scoperto inoltre un furto di corrente da 100mila euro. La polizia municipale e la polizia di Stato sono intervenute ieri mattina in via Torretta di Siena per eseguire un sequestro preventivo emesso dal gip di Torre Annunziata su richiesta della Procura oplontina, mettendo fine all’occupazione illegittima di un fondo agricolo, due capannoni e alcune serre. L’operazione ha portato allo sgombero forzato procedendo nei confronti di due indagati che, nonostante la confisca del 2012 e il trasferimento dei beni al Comune per finalità sociali nel maggio 2021, continuavano a occupare le strutture senza alcun titolo come dimostrato dai segni di una recente aratura del terreno rilevati ieri mattina. Un’occupazione che si è protratta nonostante i ripetuti provvedimenti di sgombero, l’ultimo dei quali a marzo 2022, rimasto lettera morta. Durante le operazioni di sgombero, inoltre, gli agenti hanno scoperto un allaccio elettrico illegale che avrebbe portato a un furto di corrente di quasi 100mila euro, con la ditta fornitrice già intervenuta rimuovendo il contatore, mentre le indagini dovranno appurare il responsabile del reato. La vicenda affonda le radici in anni di gestioni opache e provvedimenti contraddittori. Uno dei due terreni agricoli era stato affidato nel 2020 dall’amministrazione Ascione a uno dei due indagati, un provvedimento poi revocato. La Procura, a causa di questo provvedimento, ha infatti ritenuto configurabile il reato solo per l’altro fondo, rigettando la richiesta di sequestro per quello assegnato, seppur illegittimamente, ad uno degli indagati che vi si è trattenuto nonostante la revoca dell’affidamento. Questo fondo è comunque oggetto di un’ordinanza di sgombero. La reiterata inottemperanza agli ordini di rilascio e la condizione di stallo hanno reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine per dare attuazione al sequestro e consentire finalmente di destinare l’area agli scopi previsti. L’obiettivo è restituire alla comunità un bene sottratto alla criminalità e all’abusivismo, in linea con il protocollo d’intesa firmato con Agrorinasce, che prevede la realizzazione di un canile municipale nell’area sgomberata. Un progetto che ora può finalmente prendere forma. La legalità ha prevalso, ma il caso resta emblematico di una gestione spesso incerta dei beni confiscati, finita nella documentazione prodotta dalla commissione d’accesso che ha portato allo scioglimento dell’amministrazione, e delle difficoltà nel garantire che tali risorse vengano messe a disposizione della comunità.