Ci sono silenzi che raccontano più di mille parole. Quelli che, per settimane, hanno caratterizzato le saracinesche abbassate dell’ex supermercato Grand’Eté di Pompei hanno sussurrato paure, pre...
Ci sono silenzi che raccontano più di mille parole. Quelli che, per settimane, hanno caratterizzato le saracinesche abbassate dell’ex supermercato Grand’Eté di Pompei hanno sussurrato paure, preoccupazioni, interrogativi lasciati in sospeso. Ma ora, tra i rumori attutiti di un cantiere che lentamente riprende vita, una nuova voce si fa strada. Non è stata fissata ancora una data precisa di apertura, ma segnali concreti: l’insegna precedente è stata rimossa e al suo posto è comparso, ancora in attesa di essere ufficializzato, il logo di un’altra celebre realtà attiva nella grande distribuzione organizzata. All’interno del punto vendita, le insegne Conad sono già arrivate, in attesa di essere montate. Le saracinesche sono ancora abbassate, ma tutto lascia pensare che presto possano tornare a salire. È un segnale piccolo, ma potente. Per i 75 dipendenti coinvolti in questa lunga vicenda, è un concreto spiraglio dopo due mesi di ansia e incertezze. Da quanto si apprende, i lavoratori avrebbero ricevuto rassicurazioni che lasciano intravedere una possibile riapertura già nelle prossime settimane. Il passaggio non è stato accompagnato da una vera vertenza: il licenziamento collettivo, inizialmente temuto, è stato revocato, e con esso anche lo scenario più buio. Per chi ha vissuto già il trauma della chiusura dell’ex Auchan nel 2021, questa vicenda assume le sembianze di un déjà vu. Il subentro del marchio Grand’Eté, allora, aveva rappresentato una nuova speranza, una ripartenza possibile. Poi, il buio di nuovo. A gennaio, il punto vendita ha chiuso i battenti, gettando nuovamente nel panico decine di famiglie. Il timore di perdere per la seconda volta il posto di lavoro, con tutto il carico di frustrazione e incertezza che questo comporta, era tornato a farsi sentire con forza. Sono stati mesi complicati, di attesa e silenzi, ma anche di resistenza. I lavoratori non hanno smesso di crederci, di aspettare, di confrontarsi insieme alle organizzazioni sindacali che si sono battute con loro dal primo giorno. Ora, osservano con attenzione ogni piccolo movimento, ogni segnale che possa confermare la speranza. Il nuovo marchio che appare sulle insegne alimenta l’idea di un ritorno. Potrebbe rappresentare stabilità, futuro, sicurezza. Chi per anni ha servito con cortesia tra le corsie e i banchi, oggi è fermo a guardare da fuori. Ma ora attendono di rientrare al lavoro. Perché dietro ogni insegna, ci sono persone. E dietro ogni persona, una storia, una famiglia, una vita. Non c’è ancora una data certa, ma l’atmosfera è cambiata. Si respira un’attesa diversa, non più amara. La città osserva, e con essa anche 75 lavoratori che, dopo settimane di silenzio e paura, tornano a intravedere la possibilità di un domani. Per Pompei e per loro, questa non è solo la storia di un supermercato che potrebbe riaprire di qui a breve. È la storia di una resistenza silenziosa di decine di dipendenti che rivedono la luce. Di una comunità che non si arrende. E di una speranza che, anche quando sembra affievolirsi, riesce sempre a farsi strada.