Chili di cocaina e marijuana, un volume di affari che si aggira sulle decine di migliaia di euro. Il tutto sarebbe sopravvissuto anche dopo le maxi retate dell’antimafia che nel quartiere di Moscarella è riuscita fare piazza pulita, o almeno non definitivamente. E’ quello che viene fuori dallo stralcio «stabiese» dell’inchiesta «Amico mio», la maxi indagine condotta dalla procura di Torre Annunziata che ha fatto luce sui traffici di cocaina in tutta la provincia a sud di Napoli con i carabinieri che appena tre settimane fa eseguirono 57 misure cautelari. Tra questi ci sono i componenti che gestivano la piazza di spaccio del rione di Moscarella, una delle più grandi e redditizie della città di Castellammare. In particolare, tra gli imputati che si sono avvalsi della rivalutazione degli atti di indagine al Tribunale del Riesame, è stato confermato l’obbligo di firma a Michela Rubicondo, mentre è stato scarcerato, con l’annullamento dell’ordinanza, Vincenzo Vitaglione, assistito dal penalista stabiese Mariano Morelli. Antonio Amato, Silviero Onorato, Luciano e Raffaele Polito, invece attenderanno dal carcere gli esiti processuali della nuova inchiesta che ha fatto luce sulle attività del gruppo nel periodo che va dal 2020 al 2022. A tutti gli imputati è contestato il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, senza aggravante mafiosa e associativa nonostante la caratura criminale di alcuni dei soggetti presenti tra la lista degli indagati. Infatti Silviero Onorato, attualmente detenuto al 41 bis, finì in manette insieme a Raffaele e Luciano Polito nell’ambito dell’inchiesta del «Terzo Sistema», clan che si era fatto spazio nel rione di Moscarella. L’inchiesta della procura di Torre Annunziata- sostituto procuratore Emilio Prisco- parte dall’ultimo periodo prima della retata del 2021, e si sviluppa nei momenti successivi agli arresti. Nell’informativa infatti si legge che “dopo gli arresti di Onorato e Polito, la reggenza della piazza di spaccio di Moscarella fu assunta da Antonio Amato”. Al classe 2000 infatti vengono contestati una decina di episodi di spaccio di piccola e grossa portato. Amato che sarebbe stato aiutato nelle sue attività anche da Salvatore Scotognella, attualmente in carcere con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafiosa scaturita dall’inchiesta relativa al clan di Moscarella. Dalle intercettazioni e dalle attività di sequestro di polizia e carabinieri sono emersi i dettagli dell’operato dei pusher. Innanzitutto per le comunicazioni venivano utilizzati dei telefoni intestati fittiziamente a cittadini extracomunitari, mentre è emerso che il gruppo, visto l’enorme disponibilità di sostanze stupefacenti cedesse modesti quantitativi di droga anche ad altri pusher autonomi rispetto allo storico gruppo di Moscarella. Tra i canali di rifornimento della droga invece figurano contatti con altri gruppi criminali di Torre Annunziata e dei paesi vesuviani. Una ricostruzione che è stata confermata dal Tribunale del Riesame che ha difatti confermato le accuse per Michela Rubicondo, socia in affari di Luciano Polito e l’unica che ha provato a tentare di alleggerire la sua posizione. @riproduzioneriservata
CRONACA
28 marzo 2025
Castellammare. Spaccio a Moscarella, blindate le accuse