“Domandate a FrancoAlfieri dove vuole fare la guerra…” Squecco ha “armi a sufficienza per distruggere la Russia”: questo il tenore delle minacce che l’assessore salernitano di Capaccio-Paestum Mariarosaria Picariello si è sentita dire da due indagati arrestati oggi, ritenuti dagli inquirenti ambasciatori di Roberto Squecco, l’imprenditore condannato in via definitiva per associazione per delinquere di tipo mafioso in quanto ritenuto esponente dell’ala imprenditoriale del clan Marandino di Capaccio-Paestum. Le pesanti minacce sono state riferite all’assessore Picariello affinché le riportasse ad Alfieri con il quale Squecco era entrato in contrasto dopo la rottura di un presunto patto politico-mafioso stipulato affinché il politico potesse avvalersi dei voti della camorra alle amministrative del 2019.
L’indagine della Dia e della Dda di Salerno sul voto di scambio politico mafioso a Capaccio-Paestum ha portato oggi all’arresto di dieci persone tra cui l’ex sindaco Francesco Alfieri e Roberto Squecco. A farsi portatori delle minacce di Squecco ad Alfieri sarebbero stati Antonio Bernardi e Michele Pecora e la conversazione è inserita nell’ordinanza con la quale il giudice per le indagini preliminari Annamaria Ferraiolo ha disposto, su richiesta dell’ufficio inquirente di Salerno coordinato dal procuratore Giuseppe Borrelli, sei arresti in carcere e quattro ai domiciliari, notificati oggi dalla Dia salernitana.
La misura cautelare del carcere è stata disposta anche per Roberto Squecco, Antonio Bernardi, Antonio Cosentino, Domenico e Vincenzo De Cesare, e per Angelo Genovese. Domiciliari invece per l’ex sindaco Franco Alfieri, Stefania Nobili, Michele Percora e Mariarosaria Picariello. Secondo gli inquirenti a innescare le ire dell’imprenditore sarebbe stata la parziale demolizione del lido Kennedy di Capaccio-Paestum a cui Squecco era particolarmente interessato. Una demolizione decisa dal comune per garantire l’incolumità pubblica.
Secondo gli inquirenti lo stabilimento balneare era al centro del patto stipulato con Alfieri per ottenere voti alle elezioni amministrative del giugno 2019. Parlando con l’assessore Picariello, Bernardi e Pecora hanno voluto sottolineare che Alfieri non avrebbe dovuto fare la guerra a Squecco perchè quest’ultimo aveva a disposizione armi e munizioni “a sufficienza per distruggere la Russia”.