Castellammare. Il Comune di Castellammare di Stabia revoca la Scia allo chalet Laura e impone alla proprietà del caratteristico chiosco del rione Acqua della Madonna di interrompere l’attività di ristorazione. Un provvedimento che segue la sentenza del Consiglio di Stato, che aveva ritenuta legittima l’ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi emessa dallo stesso Comune nel 2023. I proprietari della società che gestisce lo chalet Laura possono ora presentare ricorso al Tar, allungando una battaglia giudiziaria che dura ormai da due anni. Un vero e proprio braccio di ferro. Il Tar aveva prima accolto la richiesta di sospensione cautelare dell’ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi presentata dai proprietari del locale e poi aveva respinto il loro ricorso. A sostegno della tesi del Comune, in particolare, il fatto che il locale dove sorge l’attività in realtà fosse accatastato come un’abitazione. Solo nel 2015, secondo quanto documentato dagli uffici comunali, ci sarebbe stata la variazione – ai soli fini catastali – da abitazione ultra popolare A5 in locale commerciale C1, in assenza di titolo abilitativo urbanistico edilizio». La società proprietaria del locale ha però sempre contestato questa tesi, spiegando che in realtà si sarebbe trattato solo di un errore materiale in fase di accatastamento, perché quel terraneo di appena 15 metri quadrati non avrebbe mai potuto avere condizioni igienico-sanitarie compatibili con la residenza, denunciando un vizio d’istruttoria e affermando di fatto che quella struttura avrebbe avuto sempre una destinazione commerciale. A sostegno di questa tesi, ci sarebbero anche foto d’epoca che raccontano di come in quel locale già tantissimi anni fa sorgeva il Gran Ristorante Marechiaro. Non è tutto, la società proprietaria dello Chalet Laura aveva fatto notare come nel 2019 lo stesso Comune avesse rilasciato autorizzazione per l’installazione di un dehors. Tutti argomenti – sommati all’autodemolizione di un soppalco – che però non sono bastati per superare le contestazioni del Comune. La seconda sezione della Corte d’Appello, infatti, ha motivato la sentenza spiegando che in riferimento al contestato cambio di destinazione d’uso «alla luce della documentazione depositata agli di causa risulta ineccepibile e insuperato quanto rilevato dal primo giudice in merito all’assenza di prova di un pregresso cambio, formale e non di mero fatto, della destinazione d’uso attestata dalle informazioni catastali di primo impianto, risultando, in particolare, corretto che nel documento catastale dell’intero stabile la destinazione residenziale attribuita anche ad altro locali posti a piano terra del fabbricato censito». La sentenza del Consiglio di Stato ha spinto il Comune di Castellammare di Stabia a respingere la richiesta per l’installazione di un dehors all’esterno del locale (che i titolari dell’attività avevano presentato a dicembre 2024) e soprattutto a revocare la Scia alla società. Una vicenda che potrebbe avere un’ulteriore coda nelle aule giudiziarie, ma nel frattempo testimonia anche come sia alta l’attenzione sul quartiere dell’Acqua della Madonna, dove spesso ci si è lamentati di un’organizzazione un po’ anarchica delle attività.
CRONACA
26 marzo 2025
Castellammare. Locale abusivo, il Comune revoca la licenza allo chalet Laura