Roma. Lavoro, terapie e anche la possibilità di concelebrare la messa. Questa la nuova convalescenza del Papa a Santa Marta secondo quanto ha riferito dalla Sala stampa vaticana. “La convalescenza continua nei termini che sono stati prescritti dai medici sabato, quindi con la terapia farmacologica, la fisioterapia per riprendere in pieno l’uso della respirazione e anche della parola. Il Papa nel corso della giornata ha modo di recarsi nella cappellina al secondo piano di Casa Santa Marta per concelebrare la messa. Prosegue con l’attività lavorativa nella forma in cui è stata descritta durante la permanenza al Gemelli”, è stato precisato.
Continua per il Pontefice anche la somministrazione di ossigeno ad alti flussi durante la notte, mentre di giorno alterna gli alti flussi alla somministrazione tramite le cannule nasali. Domani l’udienza generale sarà nella forma delle scorse settimane, cioè con una catechesi preparata e distribuita in forma scritta.
In questi due giorni non ci sono state visite particolari se non quelle dei più stretti collaboratori del Papa. Per quanto riguarda l’Angelus di domenica prossima ancora non è deciso ma si può prevedere che anche in questo caso ci sia un testo scritto che viene diffuso. Intanto oggi è arrivata la notizia che re Carlo e la regina Camilla non vedranno Papa Francesco nell’ambito della visita ufficiale in Italia annunciata dal 7 al 10 aprile: lo ha reso noto Buckingham Palace, precisando è stato deciso di comune accordo di rinviarla in seguito alle necessità legate alla convalescenza del Pontefice, al quale i reali britannici augurano una pronta e piena ripresa.
Dalle fonti d’Oltretevere si apprende che a Santa Marta il Papa è assistito dall’equipe medica della Direzione di Sanità e Igiene del Vaticano, con il dottor Luigi Carbone come suo medico referente. Gli infermieri garantiscono una presenza accanto al Pontefice sulle 24 ore. Sempre la Direzione di Sanità e Igiene ha a disposizione un servizio di emergenza h 24 per le eventuali urgenze che si dovessero presentare. Alla dimissione dal Gemelli, comunque Bergoglio veniva definito “non in pericolo di vita”.
Il Papa, infine, viene descritto “contento” di aver lasciato il Gemelli ed essere tornato nella sua residenza in Vaticano. Del fatto che Francesco prosegua anche il lavoro – come peraltro non ha mai smesso anche durante il ricovero – sono esempio oggi le nomine in campo diplomatico e alla Rota, e soprattutto il messaggio inviato ai partecipanti all’Assemblea plenaria della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori.
“Offrire alle vittime e ai sopravvissuti ospitalità e cura per le ferite dell’anima, nello stile del buon samaritano. Ascoltare con l’orecchio del cuore, così che ogni testimonianza trovi non registri da compilare, ma viscere di misericordia da cui rinascere”, è uno degli “impegni” che Francesco chiede ai membri della Commissione, da lui istituita il 22 marzo 2014 e presieduta dal cardinale Sean Patrick O’Malley, arcivescovo emerito di Boston. Il Pontefice esorta a rifuggire “dalla tentazione di archiviare il dolore invece di sanarlo”. Gli altri due impegni richiesti sono “crescere nel lavoro comune con i Dicasteri della Curia romana” e “costruire alleanze con realtà extra-ecclesiali – autorità civili, esperti, associazioni -, perché la tutela diventi linguaggio universale”.
Secondo il Papa, “la prevenzione degli abusi non è una coperta da stendere sulle emergenze, ma una delle fondamenta su cui edificare comunità fedeli al Vangelo”. “Il vostro lavoro – osserva Francesco – non si riduce a protocolli da applicare, ma promuove presidi di protezione: una formazione che educa, dei controlli che prevengono, un ascolto che restituisce dignità”. “Quando impiantate pratiche di prevenzione, persino nelle comunità più remote, state scrivendo una promessa – conclude -: che ogni bambino, ogni persona vulnerabile, troverà nella comunità ecclesiale un ambiente sicuro. Questo è il motore di quella che dovrebbe essere per noi una conversione integrale”.