Scommesse illegali e pizzo mascherato dalla vendita dei gadget natalizi, la sentenza slitta al mese di aprile. Ieri mattina si è tenuta l’ultima udienza che tra i tanti, vede alla sbarra Michele D�...
Scommesse illegali e pizzo mascherato dalla vendita dei gadget natalizi, la sentenza slitta al mese di aprile. Ieri mattina si è tenuta l’ultima udienza che tra i tanti, vede alla sbarra Michele D’Alessandro, classe ’92, figlio del boss Luigi. Su richiesta del gip si è programmata una nuova udienza dove si concluderanno le discussioni delle parti. A seguire la sentenza. Nel corso della requisitoria l’Antimafia – sostituto procuratore Giuseppe Cimmarotta – di fronte al gip del Tribunale ha richiesto 4 anni e 6 mesi di carcere per Roberto Di Somma, 1 anno e 4 mesi per Armando Barretta, 6 anni e 6 mesi per Rodolfo D’Apuzzo, 6 anni per Matteo Di Lieto, 6 anni e 6 mesi per Antonio Lucchese e 6 anni e 6 mesi, per Michele D’Alessandro. I sei sono stati coinvolti nel febbraio 2024 da un’inchiesta condotta dalla guardia di finanza di Castellammare di Stabia e dal gruppo di Torre Annunziata, che ha fatto luce sugli affari del clan D’Alessandro nel settore delle scommesse illegali. Le indagini sul business ha poi permesso di risalire anche all’affare dei gadget natalizi, gestito da Michele D’Alessandro, con l’aiuto di Antonio Lucchese e Matteo Di Lieto. Secondo l’accusa i tre avrebbero estorto a diversi commercianti somme di denaro in cambio della vendita (imposta) di gadget natalizi. Accuse che il collegio difensivo composto dagli avvocati Raffaella Farricelli, Mariano Morelli, Gennaro De Gennaro, Giuliano Sorrentino, Gennaro Somma, Renato D’Antuono, ha provato a smontare nel corso delle discussioni difensive.