Scandalo alla scuola Salvati, i bimbi confermano in aula le accuse di violenza sessuale. E’ mattina presto e alle porte del palazzo di giustizia di Torre Annunziata si presentano 7 bambini che,accom...
Scandalo alla scuola Salvati, i bimbi confermano in aula le accuse di violenza sessuale. E’ mattina presto e alle porte del palazzo di giustizia di Torre Annunziata si presentano 7 bambini che,accompagnati dai propri genitori, devono affrontare una delle prove più complesse che si possano affrontare per la loro età. Quei ragazzini sono gli stessi che nei mesi scorsi hanno raccontato ai carabinieri di Castellammare delle violenze che avrebbero subito dalla loro professoressa, e ieri-supportati dal loro legale, il penalista stabiese Antonio de Martino-di fronte al gip Luisa Crasta, nell’aula intitolata a Matilde Sorrentino, hanno confermato le accuse. Per questi fatti, il 13 gennaio scorso, è finita in manette Veronica Sposito, 37 anni, con l’accusa di violenza e induzione al compimento di atti sessuali. Ieri mattina si è tenuto il primo atto dell’incidente probatorio, il faccia afaccia tra i bimbi e la professoressa, che ieri ha però rinunciato di comparire. Si tratta di un’udienza protetta, dove sono escluse telecamere e spettatori, durante la quale i 7 bambini- alcuni di loro non hanno nemmeno 14 anni- sono stati interrogati dal pm che ha condotto l’inchiesta, Bianca Maria Colangelo, e dalla difesa della professoressa, l’avvocato Francesco Cappiello. In particolare oggi sono stati ascoltati quattro studenti e domani, tra gli altri, sarà la volta anche dell’unico studente che,secondo il racconto reso, sarebbe stato costretto a subire un vero e proprio atto sessuale nella cosiddetta “saletta”, il luogo dove la prof e gli studenti si incontravano e dove sarebbero anche stati proiettati dei video dall’esplicito contenuto sessuale alla presenza dell’insegnante e degli alunni.dopo questo step i verbali verranno acquisiti come prova e potranno essere utilizzati nell’eventuale processo, senza che i bambini ritornino in aula per un’udienza pubblica. Veronica Sposito si trova in carcere e nelle scorse settimane si è vista respingere dal gip Luisa Crasta la richiesta di alleggerimento della misura cautelare. L’indagine trae origine dal novembre scorso, quando circa 30persone aggredirono la professoressa all’esterno della scuola. Due mesi dopo la svolta con i carabinieri di Castellammare che hanno proceduto all’arresto dell’insegnante. Dalle carte dell’ordinanza di custodia cautelare è indicata la ricostruzione investigativa di una storia che ora gli inquirenti stanno cercando di approfondire. Le fonti di prova sono rappresentate principalmente dai racconti delle sette vittime e da dei messaggi audio inviati dalla prof ai bimbi- tutti minori di 14 anni-in una chat denominata «la saletta». Partendo da queste la procura oplontina ha costruito il castello accusatorio che vede indagata Veronica Sposito per abusi sessuali e induzione al compimento di atti sessuali. Violenze che si sarebbero protratte per un anno, a partire da ottobre 2023, sino al novembre scorso quando uno dei genitori delle vittime avrebbe scoperto tutto e denunciato ai carabinieri. Dopo l’aggressione sono pervenute ai carabinieri altre sei denunce. Le vittime, ascoltate in modalità protetta, hanno poi raccontato agli inquirenti le presunte violenze subite. In particolare, secondo la versione dei bimbi, la professoressa li prelevava a gruppi per portarli nell’aula, quella indicata dalle vittime mercoledì mattina, in via ufficiosa per ripetere materie in cui avevano difficoltà. In realtà tra quelle mura sarebbe accaduto ben altro. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbe emerso che la prof “faceva vedere film porno” ai bimbi, che “gli insegnava a fare sesso” e che “li toccava e gli chiedeva di farlo tra di loro”, e che uno di loro avrebbe subito anche un rapporto orale. Episodi che sarebbero continuati a scuola sino al giorno della chiusura dell’aula imposta dalla scuola. Da quel momento, sempre in base a quanto ricostruito, gli abusi sarebbero proseguiti in una chat, denominata appunto “la saletta”. Dagli accertamenti dei carabinieri è emerso che effettivamente su uno dei computer della scuola qualcuno avrebbe visionato dei video pornografici nel periodo incriminato ma, secondo le versioni fornite dagli studenti-testimoni, le immagini erano state proiettate su una lavagna elettronica e non visionate attraverso il video di un computer. Tra i colleghi della docente indagata che sono stati ascoltati dai carabinieri e dai magistrati c’è anche la vice preside la quale ha riferito una particolare circostanza: uno degli insegnanti le avrebbe fatto sapere, dopo la sospensione di due studenti trovati a fumare con una sigaretta elettronica in bagno, di averne udito alcuni mentre parlavano di mettersi d’accordo per vendicarsi della prof indagata in quanto responsabile del provvedimento nei loro confronti. La vicepreside è stata tra coloro che lo scorso 14 novembre subirono l’aggressione dei genitori, con la prof eil padre di quest’ultima, perché ritenuta colpevole di non avere preso provvedimenti sul caso.