“La strage di Stato non ha fine: con il detenuto senegalese di 69 anni, che si è suicidato nel carcere di Verona, siamo a quattro suicidi in tre giorni raggiungendo il numero record di 18 suicidi in due mesi e mezzo, mai raggiunto prima persino nello scorso terribile anno dei 90 suicidi. A queste morti vanno aggiunte, sempre negli ultimi giorni, quelle per cause da accertare di un marocchino di 35 anni a Bologna e di un africano (non è nota la nazionalità) di 50 anni a Poggioreale-Napoli. Su 66 decessi sono ben 47 i casi complessivi per cosiddetta ‘altra causa”.
Lo sostiene Aldo Di Giacomo, segretario generale del Spp, sindacato della polizia penitenziaria, secondo il quale i detenuti che si tolgono la vita sono sempre più giovani, c’è un aumento del 40% tra coloro che presentano disagio psichico e che per questo non avrebbero dovuto trovarsi in istituti penitenziari ,mentre cresce il numero di stranieri soprattutto nord-africani.
Tutti elementi che “richiedono un piano di supporto psicologico con la presenza nelle carceri di psicologi, psichiatri, mediatori culturali, come di interpreti perché la mancanza di comunicazione incide tanto” Il sindacalista parla di una situazione fuori controllo anche per quanto riguarda le aggressioni al personale, che registrano “la più grave emergenza di tutti i tempi”, con una media di 30 a casi a settimana. E richiama tra l’altro l’attenzione sul ritrovamento di telefonini nelle celle, “una ventina a settimana”.
“L’emergenza ha superato il punto limite con lo Stato incapace di garantire la vita delle persone che ha in custodia e la vita del personale oggetto di quotidiane. Esistono – conclude Di Giacomo – misure alternative che, oltre a prevenire la reiterazione di un reato, favoriscono il reinserimento nella società. Non si tratta di scorciatoie o concessioni buoniste ma di un vero dovere costituzionale. Occorrono però strumenti e finanziamenti mirati ed efficaci, collaborazione degli enti locali e dell’amministrazione penitenziaria”.