Il vento, finalmente, pare cambiare. Il governo si rende conto dell’importanza vitale dei giornali e della crisi strutturale che mina la filiera dell’editoria. Una crisi che non vuol dire solo chiusura di testate, nuova disoccupazione e fallimento dell’indotto, ma significa anche crisi della democrazia. il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria, Alberto Barachini è intervenuto al Festival euromediterraneo dell’economia in corso a Napoli e ha parlato di aiuti concreti alla stampa e alle edicole, che negli ultimi anni si sono dimezzate su tutto il territorio nazionale.
«Stiamo sostenendo le edicole perché sono presidio di vicinanza e di visibilità di un prodotto informativo. Siamo sensibili anche alle esigenze dei lettori dei quotidiani cartacei che sono quasi introvabili proprio per la carenza di punti vendita. Siamo convinti che bisogna lavorare al delivery, bisogna portare i quotidiani sullo zerbino di casa». Su questi temi c’è un decreto che è in via di completamento.
«I giornali orientano il dibattito pubblico tutti i giorni – sottolinea – pensiamo alle radio, alle tv, ai podcast. Prima degli interventi sulle edicole chiudevano ogni anno il 19% dei punti vendita. Ora chiudono il 4% delle edicole all’anno. E’ un’inversione di tendenza, anche se purtroppo gli edicolanti spesso ci dicono che si mantengono non con l’informazione, ma con gadget e articoli per bambini e spesso chiudono la domenica, che è un altro tema drammatico, perché magari le persone la domenica vorrebbero leggere il giornale e non possono».
All’interno del sostegno previsto dal Governo, chiarisce Barachini, «abbiamo dato un sostegno anche alla distribuzione, perché stavano chiudendo le due edicole di Amatrice e per me era un fattore simbolico quello che in un luogo così ferito del nostro Paese non ci fosse più un punto che distribuisse quotidiani. Per questo abbiamo fatto un intervento sulla distribuzione anche per quelle realtà più complesse».Se fossi un medico, ha detto il sottosegretario, «direi che il sistema editoriale italiano ha sicuramente bisogno di qualche aiuto, magari di qualche integratore, in modo che possa attraversare l’inverno in maniera migliore. Speriamo che venga presto l’estate e che il sistema editoriale trovi nuova linfa, nuovo coraggio e nuovi linguaggi».
E ancora: «Come rappresentante del dipartimento che segue l’editoria – spiega – cerco sempre di vedere la luce in fondo al tunnel. Ogni anno facciamo molti interventi economici di sostegno al sistema editoriale. Abbiamo fatto una riforma delle agenzie di stampa che prevede un criterio importante, cioè che i contributi alle agenzie vengano assegnati in ragione del numero di giornalisti presenti in una redazione. Questo significa sostenere in maniera concreta chi fa informazione». E poi, aggiunge, «ogni anno sosteniamo tutti i quotidiani, cooperativi o di fondazioni, cercando di sostenere anche l’innovazione e l’ingresso di nuove figure professionali. Abbiamo fatto anche misure sul prepensionamento di diverse strutture editoriali e questo potrebbe consentire un ricambio nelle realtà editoriali che porti nuove competenze e nuovi linguaggi all’interno dei sistemi editoriali».
Importante anche rivolgere lo sguardo sul tema della difesa del diritto di autore e del copyright «alla base del sistema editoriale di oggi e del suo futuro, per rendere trasparente il diritto d’autore anche nell’epoca dell’intelligenza artificiale». Anche questo è al centro del lavoro della commissione del Dipartimento per l’informazione e l’editoria di Palazzo Chigi che si occupa di IA.
«La commissione segue lo sviluppo della tecnologia che è difficile da prevedere oggi. L’IA farà parte delle nostre vite e va presa senza idee estreme di possibili opportunità e sciagure, ma va seguita con attenzione, prevedendo alcune distorsioni del sistema soprattutto per l’informazione, ambito in cui la questione è complessa». Il sottosegretario ha sottolineato l’impegno dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni a tutela del copyright «che noi difendiamo anche a livello europeo e su cui la Francia ci sta dando supporto, avendo affrontato il tema prima dell’Italia. Vediamo qualche luce in fondo al tunnel, penso alla sentenza su Bing sul diritto editoriale che ha un valore economico molto importante ed è una sentenza molto positiva. Dobbiamo anche lavorare perché i sistemi internazionali capiscano che il diritto all’informazione è nel loro interesse», in quanto sostiene «continuità del sistema di democrazia».