Camorra. Condanne al clan Pesacane
Otre 164 anni di reclusione per 19 imputati ritenuti esponenti del clan Pesacane di Boscoreale accusati di estorsione e spaccio di droga dopo un accordo con i Gallo/ Limelli/Vangone: reati aggravati dal metodo mafioso. Una sentenza con il rito abbreviato emessa dal gup Maria Laura Ciollaro di Napoli che ha quasi rispettato la richiesta del pm dell’Antimafia partenopea Valentina Sicero a capo di una lunga requisitoria dello scorso dicembre. Due le assoluzioni. La vicenda è quella degli arresti di ottobre 2023 che portò in manette tra Scafati, Boscoreale, Pompei e Boscotrecase 21 responsabili tra capi clan, affiliati e fiancheggiatori. Incassa 20 anni di reclusione Giuseppe Pesacane riconosciuto come capo dell’associazione, quindi 17 anni e 2 mesi per il finanziatore Gabriele Pesacane (detto Sandro) catturato nel dicembre dello scorso anno in una villetta di Scafati a due mesi dal blitz. Cinque anni e 4 mesi per Pasquale Pesacane, assolto dall’associazione, condannato solo per un’estorsione, 12 anni di reclusione per Francesco Pesacane: per lui riqualificati i fatti nel ruolo di partecipe (rispondeva di essere divenuto il capo dopo l’arresto del fratello Pesacane Giuseppe), 12 anni e 8 mesi per Umberto Pesacane, 12 e 6 mesi per Santolo Martire, 11 per Giuseppe Ranieri, 6 anni per Rosaria Vangone, 9 anni e 6 mesi per Francesco Curcio, 9 anni e 4 mesi per Alessandro Carotenuto, 7 anni e 4 mesi per Pasquale Ferricelli, 3 anni e 4 mesi per Raffaele Solimeno, detto ‘a capitana (assolto dall’associazione e condannato per una tentata rapina), 9 anni e 4 mesi per Nicola Galise, quindi 9 anni e 4 mesi per Francesco Caso e 4 anni Gennaro Russo. E ancora, 6 anni per Janani Azzedine, 3 anni per Francesco Severino e 5 anni e 4 mesi per Pasquale Ingenito. Assolti Ferdinando Cirillo, alias ‘o battilamiere e Carmela Gallo (come richiesta della procura), altri due sono a giudizio con rito ordinario. La vicenda è quella del blitz di ottobre 2023, con arresto di Gabriele Sandro Pesacane avvenuto due mesi dopo, contro il rinato clan Pesacane, che si sarebbe mosso tra Boscoreale e Boscotrecase, dove-secondo l’accusa- aveva sancito un patto di non belligeranza con i Gallo- Limelli-Vangone dopo i primi screzi e il rischio di una faida di camorra, rifornendosi di droga da Rosaria Vangone, sorella del defunto capoclan. Il pizzo era imposto a diversi imprenditori e commercianti fino a Terzigno e Trecase. Tra le vittime c’erano negozianti del Vesuviano e anche agenzie funebri della zona, così come era stato imposto il versamento del 5% dei ricavi a una azienda che forniva le slot ai centri scommesse d Boscoreale e Boscotrecase. Da piccoli prestiti anche di poche centinaia di euro, le vittime erano costrette a restituire di interessi migliaia di euro, senza mai estinguere il debito contratto con «Sandro» Pesacane. Il titolare di una tipografia, un fruttivendolo, il proprietario di un supermercato, alcuni operai, un meccanico, un macellaio, un ristoratore, un rivenditore di auto, addirittura un contadino, un panettiere, un imprenditore edile: erano decine le vittime di usura, sotto scacco dei Pesacane. Ora la sentenza di primo grado emessa dal gup Ciollaro del Tribunale di Napoli.
Le condanne
Giuseppe Pescane 20 anni di carcere Gabriele Pescane 17 anni e 2 mesi Pasquale Pesacane 5 anni e 4 mesi Francesco Pesacane 12 anni Umberto Pesacane 12 anni e 8 mesi Santolo Martire 12 anni e 6 mesi Giuseppe Ranieri 11 anni Rosaria Vangone 6 anni Francesco Curcio 9 anni e 6 mesi Alessandro Carotenuto 9 anni e 4 mesi Pasquale Ferricelli 7 anni e 4 mesi Raffaele Solimeno 3 anni e 4 mesi Nicola Galise 9 anni e 4 mesi Francesco Caso 9 anni e 4 mesi Gennaro Russo 4 anni Janani Azzedine 6 anni Francesco Severino 3 anni Pasquale Severino 5 anni e 4 mesi.
FRANCESCO PESACANE 12 anni di carcere

GABRIELE PESACANE 17 anni e 2 mesi

SANTOLO MARTIRE 12 anni e 6 mesi

UMBERTO PESACANE 12 anni e 8 mesi

NICOLA GALISE 9 anni e 6 mesi